Page 39 - Giorgio Vasari
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capelli e le barbe che sono dificilissimi nell'intaglio, sono condotti di

               maniera  che  gl'antichi  non  stanno  punto  meglio.  Di  queste  opere
               ragionando il signor Duca con Michelagnolo, quando sua Eccellenza fu
               in  Roma,  non  volea  creder  il  Buonarroto  che  così  fusse;  per  che,
               avendo io d'ordine del Duca mandata la testa del Cristo a Roma, fu

               veduta con molta maraviglia da Michelagnolo, il quale la lodò assai e
               si  rallegrò  molto  di  veder  ne'  tempi  nostri  la  scultura  arricchita  di
               questo rarissimo dono cotanto invano insino a oggi disiderato.

               Ha finito ultimamente il Tadda la testa di Cosimo vecchio de' Medici in
               uno ovato come i detti di sopra, et ha fatto e fa continuamente molte

               altre somiglianti opere.
               Restami  a  dire  del  porfido  che  per  essersi  oggi  smarrite  le  cave  di

               quello, è perciò necessario servirsi di spoglie e di frammenti antichi e
               di rocchi di colonne e altri pezzi; e che però bisogna a chi lo lavora
               avvertire se ha avuto il fuoco: perciò che quando l'ha avuto, sebbene
               non perde in tutto il color né si disfà, manca nondimeno pure assai di

               quella  vivezza  che  è  sua  propria,  e  non  piglia  mai  così  bene  il
               pulimento, come quando non l'ha avuto; e, che è peggio, quello che
               ha avuto il fuoco si schianta facilmente quando si lavora. È da sapere
               ancora, quanto alla natura del porfido, che messo nella fornace non si

               cuoce, e non lascia interamente cuocer le pietre che gli sono intorno:
               anzi, quanto a sé, incrudelisce; come ne dimostrano le due colonne
               che  i  Pisani  l'anno  1117  donarono  a'  Fiorentini  dopo  l'acquisto  di
               Maiolica,  le  quali  sono  oggi  alla  porta  principale  del  tempio  di  S.

               Giovanni,  non  molto  bene  pulite  e  senza  colore  per  avere  avuto  il
               fuoco, come nelle sue storie racconta Giovan Villani.

               Succede  al  porfido  il  serpentino,  il  quale  è  pietra  di  color  verde
               scuretta alquanto, con alcune crocette dentro giallette e lunghe per
               tutta la pietra della quale nel medesimo modo si vagliano gli artefici

               per far colonne e piani per pavimenti per le fabriche; ma di questa
               sorte non s'è mai veduto figure lavorate, ma sì bene infinito numero
               di base per le colonne e piedi di tavole et altri lavori più materiali,
               perché questa sorte di pietra si schianta ancorché sia dura più che 'l

               porfido, e riesce a lavorarla più dolce e men faticosa che il porfido, e
               cavasi in Egitto e nella Grecia, e la sua saldezza ne' pezzi non è molto
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