Page 37 - Giorgio Vasari
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molle,  finalmente  pur  lo  ricide.  E  sebbene  si  sono  in  diversi  tempi
               provati  molti  begli  ingegni  per  trovare  il  modo  di  lavorarlo  che
               usarono  gli  antichi,  tutto  è  stato  invano;  e  Leon  Battista  Alberti,  il
               quale fu il primo che cominciasse a far pruova di lavorarlo, non però
               in  cose  di  molto  momento,  non  truovò,  fra  molti  che  ne  mise  in

               pruova, alcuna tempera che facesse meglio che il sangue di becco,
               perché sebbene levava poco di quella pietra durissima nel lavorarla e
               sfavillava sempre fuoco, gli servì nondimeno di maniera che fece fare

               nella soglia della porta principale di S. Maria Novella di Fiorenza le
               diciotto lettere antiche, che assai grandi e ben misurate si veggono
               dalla  parte  dinanzi  in  un  pezzo  di  porfido,  le  quali  lettere  dicono
               Bernardo Oricellario. E perché il taglio dello scarpello non gli faceva
               spigoli,  né  dava  all'opera  quel  pulimento  e  quel  fine  che  le  era

               necessario, fece fare un mulinello a braccia con un manico a guisa di
               stidione, che agevolmente si maneggiava, apontandosi uno il detto
               manico al petto, e nella inginocchiatura mettendo le mani per girarlo;

               e nella punta dove era o scarpello o trapano, avendo messo alcune
               rotelline  di  rame,  maggiori  e  minori  secondo  il  bisogno,  quelle
               imbrattate di smeriglio, con levare a poco a poco e spianare facevano
               la  pelle  e  gli  spigoli,  mentre  con  la  mano  si  girava  destramente  il
               detto  mulinello.  Ma  con  tutte  queste  diligenze  non  fece  però  Leon

               Batista  altri  lavori;  perché  era  tanto  il  tempo  che  si  perdeva  che,
               mancando loro l'animo, non si mise altramente mano a statue, vasi o
               altre cose sottili.

               Altri poi che si sono messi a spianare pietre e rapezzar colonne col
               medesimo segreto, hanno fatto in questo modo: fannosi per questo

               effetto  alcune  martella  gravi  e  grosse  con  le  punte  d'acciaio
               temperato fortissimamente col sangue di becco, e lavorato a guisa di
               punte di diamanti, con le quali picchiando minutamente in sul porfido,
               e  scantonandolo  a  poco  a  poco  il  meglio  che  si  può  si  riduce  pur

               finalmente  o  a  tondo  o  a  piano,  come  più  aggrada  all'artefice,  con
               fatica  e  tempo  non  picciolo;  ma  non  già  a  forma  di  statue,  che  di
               questo  non  abbiamo  la  maniera;  e  se  gli  dà  il  pulimento  con  lo
               smeriglio  e  col  cuoio  strofinandolo,  che  viene  di  lustro  molto

               pulitamente lavorato e finito. Ed ancor che ogni giorno si vadino più
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