Page 30 - Giorgio Vasari
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bisogna risolutamente fare in un giorno quello che fa la scultura in un
mese. E chi non ha questo giudizio e questa eccellenzia, si vede nella
fine del lavoro suo, o col tempo, le toppe, le macchie, i rimessi, et i
colori soprapposti o ritocchi a secco, che è cosa vilissima; per che vi si
scuoprono poi le muffe, e fanno conoscere la insufficienza et il poco
sapere dello artefice suo, sì come fanno bruttezza i pezzi rimessi nella
scultura; senzaché, quando accade lavare le figure a fresco, come
spesso dopo qualche tempo avviene, per rinovarle, quello che è
lavorato a fresco rimane, e quello che a secco è stato ritocco, è dalla
spugna bagnata portato via.
Soggiungono ancora, che dove gli scultori fanno insieme due o tre
figure al più d'un marmo solo, essi ne fanno molte in una tavola sola,
con quelle tante e sì varie vedute che coloro dicono che ha una
statua sola, ricompensando con la varietà delle positure, scorci et
attitudini loro il potersi vedere intorno intorno quelle degli scultori;
come già fece Giorgione da Castelfranco in una sua pittura: la quale,
voltando le spalle et avendo due specchi, uno da ciascun lato, et una
fonte d'acqua a' piedi, mostra nel dipinto il dietro, nella fonte il
dinanzi e negli specchi gli lati: cosa che non ha mai potuto far la
scultura. Affermano, oltra di ciò, che la pittura non lascia elemento
alcuno che non sia ornato e ripieno di tutte le eccellenzie che la
natura ha dato loro, dando la sua luce o le sue tenebre alla aria con
tutte le sue varietà et impressioni, et empiendola insieme di tutte le
sorti degli uccegli; alle acque la trasparenza, i pesci, i muschi, le
schiume, il variare delle onde, le navi, e l'altre sue passioni; alla terra
i monti, i piani, le piante, i frutti, i fiori, gli animali, gli edifizii, con
tanta moltitudine di cose e varietà delle forme loro e de' veri colori,
che la natura stessa molte volte n'ha maraviglia: e dando finalmente
al fuoco tanto di caldo e di luce, che e' si vede manifestamente
ardere le cose, e quasi tremolando nelle sue fiamme render in parte
luminose le più oscure tenebre della notte.
Per le quali cose par loro potere giustamente conchiudere e dire, che,
contraposte le difficultà degli scultori alle loro, le fatiche del corpo
alle fatiche dell'animo, la imitazione circa la forma sola alla
imitazione della apparenzia circa la quantità e la qualità che viene a