Page 26 - Giorgio Vasari
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istorie ed altre figure, che tengono all'acqua, il tesser i broccati con le

               figure  e'  fiori,  e  la  bellissima  invenzione  degl'arazzi  tessuti,  che  fa
               commodità  e  grandezza;  potendo  portar  la  pittura  in  ogni  luogo,  e
               salvatico  e  domestico:  senzaché  in  ogni  genere,  che  bisogna
               esercitarsi,  il  disegno,  ch'è  disegno  nostro,  l'adopra  ognuno.  Sì  che

               molti più membri ha la pittura e più utili che non ha la scultura.

               Non  niegano  l'eternità,  poiché  così  la  chiamano,  delle  sculture,  ma
               dicono questo non esser privilegio che faccia l'arte più nobile ch'ella si
               sia di sua natura, per esser semplicemente della materia; e che se la
               lunghezza della vita desse all'anime nobiltà, il pino tra le piante, et il

               cervio tra gl'animali, arebbon l'anima oltramodo più nobile che non ha
               l'uomo;  nonostante  che  ei  potessino  addurre  una  simile  eternità  e
               nobiltà di materia ne' musaici loro, per vedersene delli antichissimi
               quanto le più antiche sculture che siano in Roma, ed essendosi usato

               di farli di gioie e pietre fini. E quanto al piccolo o minor numero loro,
               affermano che ciò non è perché l'arte ricerchi miglior disposizione di
               corpo et il giudizio maggiore, ma che ei dipende in tutto dalla povertà
               delle  sustanze  loro,  e  dal  poco  favore  o  avarizia,  che  vogliamo

               chiamarlo, degli uomini ricchi; i quali non fanno loro commodità de'
               marmi, né danno occasione di lavorare; come si può credere e vedesi
               che  si  fece  ne'  tempi  antichi,  quando  la  scultura  venne  al  sommo
               grado.  Et  è  manifesto  che  chi  non  può  consumare  o  gittar  via  una

               piccola  quantità  di  marmi  e  pietre  forti,  le  quali  costano  pur  assai,
               non può fare quella pratica nell'arte che si conviene: chi non vi fa la
               pratica non l'impara, e chi non l'impara non può far bene. Per la qual
               cosa  doverrebbono  escusare  piuttosto  con  queste  cagioni  la

               imperfezzione e il poco numero degli eccellenti, che cercare di trarre
               da esse, sotto un altro colore, la nobiltà.

               Quanto a' maggior pregi delle sculture, rispondono che, quando i loro
               fussino  bene  minori,  non  hanno  a  compatirli,  contentandosi  di  un
               putto che macini loro i colori e porga i pennelli o le predelle di poca
               spesa: dove gli scultori oltre alla valuta grande della materia vogliono

               di molti aiuti, e mettono più tempo in una sola figura che non fanno
               essi in molte e molte; per il che appariscano i pregi loro essere più
               della  qualità  e  durazione  di  essa  materia,  degl'aiuti  ch'ella  vuole  a
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