Page 25 - Giorgio Vasari
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non hanno rimedio, e che, fatti, son sempre testimonii degl'errori
dello scarpello, o del poco giudizio dello scultore, la qual cosa non
avviene a' pittori. Perciò che ad ogni errore di pennello o
mancamento di giudizio che venisse lor fatto, hanno tempo,
conoscendogli da per loro o avvertiti da altri, a ricoprirli e medicarli
con il medesimo pennello che l'aveva fatto; il quale nelle man loro ha
questo vantaggio dagli scarpelli dello scultore, ch'egli non solo sana,
come faceva il ferro della lancia d'Achille, ma lascia senza margine le
sue ferite.
Alle quali cose rispondendo i pittori, non senza sdegno dicono
primieramente, che volendo gli scultori considerare la cosa in
sagrestia, la prima nobiltà è la loro; e che gli scultori s'ingannano di
gran lunga a chiamare opera loro la statua del primo Padre, essendo
stata fatta di terra. L'arte della qual operazione mediante il suo
levare e porre non è manco de' pittori che d'altri, e fu chiamata
plastice da' Greci e fictoria da' Latini, e da Prassitele fu giudicata
madre della scultura, del getto e del cesello, cosa che fa la scultura
veramente nipote alla pittura; conciò sia che la plastice e la pittura
naschino insieme e subito dal disegno. Et esaminata fuori di
sagrestia, dicono che tante sono e sì varie l'opinioni de' tempi, che
male si può credere più all'una che all'altra; e che considerato
finalmente questa nobiltà, dove e' vogliono, nell'uno de' luoghi
perdono e nell'altro non vincono, siccome nel Proemio delle Vite più
chiaramente potrà vedersi.
Appresso, per riscontro dell'arti congeneri e sottoposte alla scultura,
dicono averne molte più di loro: perché la pittura abbraccia
l'invenzione dell'istoria, la difficilissima arte degli scorti, tutti i corpi
dell'architettura per poter far i casamenti e la prospettiva, il colorire a
tempera, l'arte del lavorare in fresco, differente e vario da tutti
gl'altri; similmente il lavorar a olio, in legno, in pietra, in tele, et il
miniare, arte differente da tutte; le finestre di vetro, il musaico de'
vetri, il commetter le tarsie di colori facendone istorie con i legni tinti,
ch'è pittura; lo sgraffire le case con il ferro, il niello, e le stampe di
rame, membri della pittura; gli smalti degl'orefici, il commetter l'oro
alla damaschina; il dipigner le figure invetriate, e fare ne' vasi di terra