Page 20 - Il Perugino
P. 20
Scrisse che l'avrebbe preferita a olio piuttosto che a tempera
(nonostante fosse stata dipinta con tale tecnica proprio per sua
richiesta) e forse non apprezzò il modo di rendere l'animata
scena, che risulta, a parte il paesaggio, un po' farraginosa, non
essendo l'artista a suo agio con figure di dimensioni piccole e
con la rappresentazione del movimento.
A partire da questo episodio l'operato del Perugino, all'apice del
successo, iniziò a essere criticato.
Poco dopo fu incaricato di completare la Pala per l'altare
maggiore della basilica della Santissima Annunziata di Firenze,
avviata da Filippino Lippi e lasciata incompleta alla sua morte
nel 1504.
L'opera venne ferocemente criticata dai fiorentini per la
ripetitività della composizione.
Il Vasari raccontò che il pittore si difese così: "Io ho messo in
opera le figure altre volte lodate da voi e che vi sono
infinitamente piaciute: se ora vi dispiacciono e non le lodate più
che ne posso io?"
In effetti in quegli anni Perugino aveva accentuato l'uso e il
riuso dei medesimi cartoni, impostando la qualità non tanto
sull'invenzione quanto nell'esecuzione pittorica, almeno quando
l'intervento di bottega era assente o limitato.
Però col nuovo secolo la varietà d'invenzione era diventata un
elemento fondamentale, in grado di fare il discrimine tra gli
artisti di primo piano e quelli secondari.
Essendo Perugino legato ancora a norme di comportamento
quattrocentesche, venne presto superato, mentre si apriva la
stagione dei grandiosi successi di Leonardo da Vinci e, di lì a
poco, degli altri geni come Michelangelo e il suo allievo
Raffaello Sanzio.
20