Page 13 - Il Perugino
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della Vergine (1501-1504) al Musée des Beaux-Arts di Caen,
già nella cappella del Santo Anello nel Duomo di Perugia.
Successivamente il Perugino lasciò il cantiere della Sistina e al
suo posto subentrò Luca Signorelli.
Nei dieci anni successivi Perugino continuò a gravitare tra
Roma, Firenze e Perugia.
Nella città toscana nel 1482, subito dopo il ritorno dall'impresa
romana, venne incaricato di decorare una delle pareti della Sala
dei Settanta in palazzo Vecchio, mai eseguita.
Nel 1483 partecipò al più ambizioso programma decorativo
avviato da Lorenzo il Magnifico, la decorazione della villa di
Spedaletto, presso Volterra, dove vennero radunati i migliori
artisti sulla scena fiorentina dell'epoca: Sandro Botticelli,
Domenico Ghirlandaio, Filippino Lippi e Perugino.
Le scene, che avevano una carattere squisitamente mitologico,
come è noto, andarono completamente perdute.
Nel 1485 per il gran prestigio di cui godeva fu nominato
cittadino onorario di Perugia; in quell'anno circa realizzò il
Trittico Galitzin.
La sua attività, per la popolarità crescente, divenne sempre più
frenetica, tanto che iniziò a tenere regolarmente bottega sia a
Firenze che a Perugia.
Raramente disponeva di aiuti fissi, ma preferiva anzi reclutarne
direttamente nei luoghi dove soggiornava, permettendo al suo
stile di accordarsi di volta in volta al contesto locale.
Superate le asperità verrocchiesche delle prime opere, la luce
diventa in questo periodo sempre più diffusa, e i paesaggi
abbandonano le asperità in favore di dolci colline ondulate,
senza né tempo né luogo.
Le sue composizioni pacate e solenni, ottennero un grande
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