Page 8 - Il Perugino
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che  rappresentò  una  prima  commissione  importante,  da  parte
                dei Serviti di Perugia, oggi alla Galleria Nazionale dell'Umbria.

                I personaggi sono affollati, quasi di gusto tardogotico, la linea di
                contorno  preponderante,  le  figure  robuste  e  massicce,  la

                presenza di citazioni "famose" (Piero, Leonardo, Verrocchio) è
                forte, più tipica dell'esercitazione di un giovane che dello stile di
                un maestro affermato.


                Allo stesso periodo risalgono le due tavolette di predella con la

                Nascita della Vergine e il Miracolo della Neve, appartenenti a
                una perduta pala dedicata alla Vergine.
                Vicino  all'Adorazione  de  Magi  è  anche  il  Gonfalone  con  la

                Pietà,  dal  convento  francescano  di  Farneto,  oggi  alla  Galleria
                nazionale dell'Umbria.

                In quest’opera è evidente ancora la componente verrocchiesca,
                che  solo  nella  figura  della  Maddalena  inizia  leggermente  ad

                addolcirsi,  verso  una  rielaborazione  dei  modi  fiorentini  che
                porterà allo stile maturo dell'artista.

                Un'altra  opera  giovanile,  frammento  forse  di  un  insieme  più
                ampio,  è  la  tavoletta  della  Visitazione  con  sant'Anna,  alla
                Galleria dell'Accademia di Firenze.


                Nel  1473  Perugino  ricevette  la  prima  commissione  altamente

                significativa della sua carriera, che segnò una prima svolta nella
                sua produzione.

                I francescani di Perugia, fortemente impegnati nel loro ordine a
                diffondere il culto di San Bernardino da Siena (canonizzato nel

                1450),  gli  chiesero  di  decorare  la  cosiddetta  "nicchia  di  San
                Bernardino",          dipingendo           otto     tavolette        che      insieme
                componevano  due  ante  che  chiudevano  una  nicchia  con  un

                gonfalone  con  l'effigie  del  santo  nell'omonimo  oratorio,
                successivamente  separate  e  ancora  oggi  oggetto  di  lunghe

                diatribe circa la disposizione originale.


                Esse vennero realizzate a più mani (almeno cinque artisti, tra i



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