Page 76 - La passione di Artemisia
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La  giornata  splendeva  sul  volto  di  Fina,  tanto  che  i  suoi  lineamenti

          grossolani e ordinari diventavano piacevoli.
              «Quando  canti  mi  ricordi  mia  madre.  Cantava  sempre  di  stanza  in
          stanza. E anche mio padre. Rozze canzoni d'avventura, di condottieri e di

          compagni di bevute. Mia madre, invece, cantava le canzoni dei trovatori».
              «Il canto rende la vita più facile».
               Mi parve che vivesse in un'unica grande stanza  nel  sottotetto,  con  un
          letto, un tavolino, un baule, un fornello a olio, il caminetto, il lavello e la
          tinozza  per  il  bucato.  L'unico  oggetto  fuori  luogo  era  una  poltrona,  un

          tempo elegante, dallo schienale diritto, rivestita di velluto rosso bordeaux
          liso, con resti di frange di seta e borchie di ottone.
               Aveva  certo  visto  giorni  migliori.  In  giro  c'erano  vestiti  sparsi  in  gran

          disordine.
              «Sono tutti tuoi questi vestiti?»
              «Madonna, no! Mi hai presa per una gran signora? Sono della famiglia
          che sta sotto di te».
               L'aiutai  a  rimestare  il  bucato  con  una  pala  di  legno,  mentre  versava

          acqua bollente nella tinozza. «Fai il bucato anche per altri?»
              «Sì, certo. Anche per Pierantonio, prima che ti sposasse».
              «Da quanto lo conosci?»

              «Fin da quando non era che un rigonfiamento nel ventre di sua madre».
               Ero curiosa di sapere che tipo di bambino fosse stato e tutto quello che
          sapeva di lui, ma avrei dovuto aspettare quando l'avessi conosciuta meglio.
               Si sporse dalla finestra per torcere dei vestiti e poi li appese a un filo,
          teso  tra  due  sbarre  orizzontali  attaccate  all'edificio.  «La  signora  Bruni,  al

          pianoterra, non li vuole vedere appesi in cortile, dove possono essere visti
          dalla gente che va a trovarla, così li stendo qui, sopra la strada.
              Che sciocca. Ora li vedono tutti quelli che passano per strada».

              «Ho un lavoro per te, ma non si tratta di lavare panni».
              «Non so fare molto altro. Che ti serve?»
              «Vedi,  anch'io  sono  pittrice  e  mi  hanno  appena  affidato  una
          meravigliosa commissione...»
              «Una pittrice? Come tuo marito?»

              «Sì».
              «Per denaro?»
              «Sì».

              «Mamma mia, immagino che se è per denaro te lo permetta.
              Pensa un po', una donna che dipinge per denaro.
               Sei sicura che non intendi dire che fai la modella? Sei una bellezza, lo
          sai?»
              «No, Fina. La pittrice. E tanto assurdo?»



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