Page 71 - La passione di Artemisia
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«Sì».

               Sembrava  addolorato.  «Don  Carlo  ti  conosce.  Lo  hai  incontrato  una
          volta, ricordi? Sa che aspetto hai. E' informato di quello che è successo a
          Roma».

              «E allora?»
              «La  tua  reputazione.  Non  posso  far  posare  per  la  mia  Madonna  una
          donna dall'onore offuscato».
              «Offuscato! Pietro, ma la pensi davvero una cosa del genere?»
              «Certo che no, ma quello che penso io non conta», disse dolcemente.

          «Don Carlo... il quadro verrebbe rifiutato».
               Mi sentii svenire e mi appoggiai al tavolo, dandogli la schiena. Mi venne
          accanto e mi posò le mani sulle spalle.

              «Non volevo dirtelo».
               Annuii. «Questa cosa dovrà seguirmi sempre?»  Mi voltai verso di lui:
          mi sentivo ferita, ma non da lui.
               Mi fece posare la testa sulla sua spalla. «Un giorno ti ritrarrò con una
          veste  d'oro  e  tutti  dovranno  sapere  che  sei  tu.  Sarà  un  dipinto  talmente

          meraviglioso  che  non  lo  venderò  a  nessuno.  Nemmeno  a  Cosimo  de'
          Medici. Nemmeno», e alzò le braccia al cielo, «al Papa!»
               Risi dolcemente al suo entusiasmo. Mi sembrava assurdo dipingere per

          se stessi. Entrambi avevamo del lavoro da fare.
              «Domani  continuiamo,  eh?»  Non  volevo  che  si  trovasse  un'altra
          modella e che la guardasse nel modo in cui volevo che guardasse me. Chi
          sapeva che cosa sarebbe potuto succedere?
              Aveva detto che le fiorentine erano belle.

               Il giorno successivo rimasi seduta immobile e in silenzio, in quell'attesa
          d'amore,  per  tutto  il  tempo  che  gli  servì  una  stampella  per  il  mantello
          azzurro.

              Vendette il dipinto per un buon prezzo e fummo felici.
               Ora, quando andavamo a vedere le chiese, lui teneva in braccio Palmira
          e  io  lo  prendevo  sottobraccio.  Agli  Uffizi,  che  avevano  da  poco  aperto  le
          porte  agli  artisti  un  giorno  alla  settimana,  Botticelli  ci  inondò  con  la
          dolcezza della vita. Nella figura di Venere che sorge dalla conchiglia, vidi la

          nostra  piccola  come  una  giovane  donna  risplendente  ma  incurante  della
          sua bellezza. Di fronte alla Primavera, Palmira allungò la manina piena di
          fossette verso la figura di Flora, attratta dalla sua veste cosparsa di fiori.

              «Come  può  essere  che  abbia  una  preferenza  tra  tutte  le  figure  che
          compaiono nel dipinto? Non è che una bambina».
              «Non per molto. Tra poco vorrà dei bei vestitini», disse Pietro.
               Ma davvero una persona può mostrare le sue inclinazioni tanto presto?
          Anche  Michelangelo  aveva  mostrato  delle  reazioni  di  fronte  al  giovane



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