Page 55 - La passione di Artemisia
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avevo già detto abbastanza.
I quadri di Pietro coprivano ogni parete, talvolta in doppia fila. Dove
avrei trovato il posto per i miei? Se fossi stata fortunata, se fossi stata
sufficientemente dotata di talento, in quella città di artisti, i miei non
sarebbero rimasti appesi alle pareti.
«Modelle fiorentine?» gli domandai, quando arrivò portando gli ultimi
bagagli.
«Naturalmente».
«E sia. Lo ammetto. Sono belle».
Anche se si limitò a fare solo un sorriso, compresi che era compiaciuto.
Io intendevo le donne, non le tele. Chi erano? Stavo forse guardando la
storia delle sue - diciamo così - relazioni? Quelle donne parevano
ricambiare il mio sguardo, mantenendo dei segreti che difficilmente avrei
mai scoperto. In quel momento almeno, il mistero di Pietro me lo rendeva
affascinante.
Aprì le persiane in tutte le stanze e la porta finestra di un balconcino
che si affacciava sull'Arno. Uscimmo. Dall'altro lato, un'esigua fila di
casette di operai si stagliava contro le colline verdi. Il gorgoglio del fiume,
che si arricciava contro una bassa diga diagonale di pietra, era rasserenante.
«Pensa. Un giorno quest'acqua sarà nel mare e allora potrebbe arrivare
in qualunque parte del mondo e noi la stiamo vedendo adesso. E' una
bellissima vista».
«Forse non dirai così quando il fiume manda cattivo odore. E' utile
tenere a bruciare sul fuoco un po' di zucchero o di cinnamomo».
Che tenerezza quel suo piccolo consiglio casalingo.
Ci mettemmo a osservare le coppie che, mano nella mano,
passeggiavano di prima sera sul Lungarno. Fui presa di nuovo
dall'imbarazzo pensando al modo in cui mi ero sposata, e desiderai che
Pietro e io avessimo potuto sceglierci per amore, come cominciavano a fare
gli altri uomini e le altre donne. Quella malinconia dovette trasparire dal
mio viso. Mi attirò di nuovo dentro, come se avesse letto nella mia mente.
Attraversammo la stanza grande e arrivammo in camera da letto, mi fece
piegare sotto il soffitto basso e mi stese sul letto. Con quel suo mezzo
sorriso divertito, mi sciolse i lacci del corpetto e rapidamente svelò il
mistero dei gancetti della mia gonna. Facemmo l'amore in silenzio,
rapidamente, solo una vicinanza momentanea.
Ci addormentammo insieme, senza coperte. Quando Pietro cambiò
posizione mi svegliai, meravigliata nel ricordarmi dov'ero. Il mio sguardo
scivolò sul suo corpo, carezzato da un raggio di luna che entrava dalla
finestra. La linea diritta della colonna vertebrale, il paesaggio collinare del
suo dorso, l'incavo delle natiche: tutto in lui era sorprendentemente,
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