Page 50 - La passione di Artemisia
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pensando che non volessi perdere tempo.

              Le guance e la gola mi avvamparono per l'imbarazzo.
               Pietro  accese  una  lanterna  con  un  tizzone  del  camino  e,  mentre
          salivamo insieme, la tenne davanti a noi. «Non starli ad ascoltare», disse.

              Madonna santa, fa' che non sia violento.
               La stanza di sopra non era riscaldata e così mi svestii in fretta, faccia
          alla  parete,  lontano  dalla  lanterna.  Anche  se  in  questo  matrimonio  di
          convenienza avrei dovuto sottomettermi ai miei obblighi, non sopportavo il
          pensiero che le sue mani mi toccassero dove Agostino mi aveva posseduta

          con la forza, dove aveva guardato il notaio. Quell'idea mi dava la nausea. Mi
          infilai a letto rapidamente. Lascia tutto a Roma, ricordai a me stessa.
              Il suo primo tocco mi sconvolse e mi rattrappii.

              «Ti scalderai presto».
              Grazie a Dio, aveva pensato che tremassi.
               Nella sua voce c'era una certa dolcezza. Questo non sarebbe stato uno
          stupro.  Non  mi  avrebbe  presa  con  la  forza,  a  meno  che  non  gli  avessi
          opposto resistenza. Fa' che non gli resista. Fa' che non gridi.

               Mi cinse la vita e mi avvicinò a sé. Non c'era muscolo del mio corpo che
          non fosse teso, come una tela tirata sull'intelaiatura.
              Si strinse a me. La sua pelle era fredda. Come la mia. Questo lo avevamo

          in comune. Lo stesso freddo umido che avevo provato io lo aveva provato
          anche lui. La cosa mi intenerì.
              Mi carezzò le cosce. Le strinsi. Prova, mi dissi. Attese.
              Le sue mani, tra le mie ginocchia, mi pressavano. Apri.
               Apri. Un poco alla volta. Non era lui che stava rendendo la cosa difficile.

          Ero io. Allora mi rilassai, un poco alla volta.
               Lentamente le sue mani salirono lungo le mie cosce e mi trasmisero un
          brivido, che mi percorse tutta. Un mormorio sommesso, non parole, solo

          suoni.  Ero  io  o  lui?  Il  suo  peso  non  mi  gravava  del  tutto  addosso.  Stava
          cercando  di  essere  prudente.  Nella  sorprendente  speranza  di  divenire  per
          lui una cosa preziosa, gli misi le mani sulla schiena.
               Sperai che non fossero troppo fredde.  Gli offrivo i miei timori e lui li
          accettò, dolcemente all'inizio, ma poi fu travolto da una temporanea follia e

          mi preparai a ricevere i colpi di quella frenesia.
               Dopo, ero talmente indolenzita da non potermi muovere e poi avvertii
          una  nuova  sensazione,  quando  si  rilassò  e  cadde  in  un  sonno  profondo.

          Nessun andarsene di soppiatto.
              Niente fretta. Niente pianto. Solo pace.
              Grazie, Madonna. Non mi aveva fatto provare alcuna vergogna.







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