Page 221 - La passione di Artemisia
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26. Paola







               La carrozza mi portò fino alla fermata finale, nel centro di Roma. Erano
          trascorse due settimane e già Palmira mi mancava terribilmente. Non c'era
          stato  un  solo  giorno  della  sua  vita,  fino  al  matrimonio,  che  avessimo
          trascorso  separate.  Depositai  il  mio  baule  e  la  valigia  alla  stazione  della
          posta e da lì proseguii a piedi fino al convento di Trinità dei Monti.

               Suor Paola venne ad aprirmi. Sbiancò in viso quando mi vide e non si
          fece da parte per lasciarmi entrare.
              «Che è successo?»

              «C'è qualcosa che devo dirti».
              «Di Graziella?»
               Annuì, poi si guardò attorno. «Non c'è un posto dove possiamo andare»,
          s'affrettò a dire. Evidentemente desiderava trovare un posto in cui Graziella
          non potesse scoprirci.

              «In chiesa?»
              «No.  Laggiù,  penso».  Indicò  il  chiostro  e  ci  sedemmo  sulla  panca.
          Trasse un profondo respiro, come a voler raccogliere energia e forza.

              «Ora dimmi».
              «E' morta».
               Rimasi  annichilita.  Non  comprendevo.  Nulla  mi  aveva  preparato  a
          questo.
              «Quando?»

              Fece un cenno con la mano dietro le spalle.
              «Come?»
              Tutto il suo viso si contrasse. «Usciva».

              «E questo l'ha uccisa?»
              «Dal convento. Più di una volta».
              «Quante volte?»
              «Molte. In genere tra il mattutino e le laudi. Andava a vedere Roma».
               Il  senso  di  colpa  per  la  responsabilità  che  avevo  avuto  mi  serpeggiò

          dentro. Vieni, assaggia il piacere proibito. Disobbedisci al tuo Ordine.
              «Ma come ha fatto a morire?»
              «La pestilenza».

              «Non posso crederci. La peste? Non lo sapeva?»
              «Sì, lo sapeva. Ma il suo desiderio superava la paura.
              Dopo che è uscita la prima volta non ha più potuto fermarsi.
               Vedeva  delle  cose  che  la  rendevano  felice».  Lo  sguardo  di  Paola  si
          rabbuiò nel timore che non potessi capire.



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