Page 220 - La passione di Artemisia
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Chiusi gli occhi, sorrisi e alzai le spalle.
«Tanto perché non scordiate, mentre siete in Inghilterra, in quel giro a
vuoto, che io sono qui ad attendere il vostro ritorno... per servirvi
fedelmente».
«Non è un giro a vuoto».
«E che cosa allora? Un dovere filiale?»
«Non ne sono sicura».
«E perché andare, dunque?»
«Per scoprire ciò di cui sono capace, tanto per cominciare».
Bevvi un sorso di vino, volgendogli appena le spalle.
«Non dimenticate che è stato mio padre a insegnarmi l'arte di cui anche
voi traete beneficio».
Il sacerdote scese dalla camera da letto, che si trovava al piano
superiore, sopra il salone da pranzo, dove era andato a spruzzare l'acqua
benedetta sul letto matrimoniale. «E' pronto», annunciò.
Gli amici di Andrea cominciarono a schiamazzare, prendendo in giro
Andrea e Palmira, cantando canzoni provocanti e brindando con bicchieri
colmi. Alcune ragazze, che non erano state ammesse alla cerimonia in
chiesa, sparsero petali di rose lungo le scale e fino alla porta della camera
da letto. All'improvviso mi resi conto di cosa simboleggiassero: il sangue di
Palmira, prova della sua verginità.
I giovani attorniarono Palmira e Andrea, per trascinarli di sopra. Corsi
accanto ad Andrea e lo presi per il gomito. Lui si piegò, in modo che potei
bisbigliargli in un orecchio: «Sii dolce con lei, Andrea. E' facile far male a
un simile fiore».
Ebbi solo un istante per abbracciare mia figlia e sussurrarle: «Sarà più
facile se ti rilassi. Chiedigli pure di andare piano, puoi farlo».
«Non ti preoccupare mamma. Mi ama».
«Ridete almeno un po' insieme ogni giorno, qualunque cosa accada».
«Sì, mamma».
Ed ecco che Palmira e Andrea vennero issati sulle spalle dai loro amici e
portati su per le scale. Palmira mi lanciò un'occhiata, con la gardenia che le
era scivolata da un lato e un'espressione di divertita trepidazione. Un nodo
di felicità mi chiuse la gola. Le lanciai un bacio.
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