Page 219 - La passione di Artemisia
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tornata dall'Inghilterra, li aveva convinti ad accettare la modesta dote. La

          cosa importante era che fosse stata "impalmata" secondo le regole, con le
          pubblicazioni affisse in chiesa per tre settimane di seguito.
               Ora, durante il rito che celebrava le nozze e mentre l'organo emetteva le

          ultime  possenti  note,  che  rimanevano  sospese  sotto  la  volta  di  pietra,
          Francesco  consegnò  la  sposa  ad  Andrea,  che  la  guardava  con  occhi
          splendenti d'amore.
               Quando il sacerdote invitò la coppia ad avvicinarsi all'altare, lo sguardo
          di  Palmira  era  fisso  in  quello  di  Andrea  e  gli  occhi  erano  umidi  per

          l'adorazione. Mi sentii invasa da un calore inconfondibile, come se quella
          che  stava  per  sposarsi  e  per  passare  la  sua  prima  notte  d'amore  fossi  io.
          Palmira pronunciò la sua promessa con voce limpida e innocente. Quando

          il  sacerdote  disse:  «Ego  jungo  vos  in  matrimonium»  e  unì  le  loro  mani,
          Palmira ebbe un cedimento sotto il dolce peso dell'amore. E io pure.
               La  messa  parve  interminabile.  Volevo  solo  stringerla  tra  le  braccia  e
          sussurrarle qualche saggio consiglio. Ma quale?
              Pensa ogni giorno a qualche nuovo modo di farlo felice?

              Ignora qualunque sospetto d'infedeltà e continua ad amarlo?
              Mantieni la pace tra voi obbedendo a tua suocera?
               Sentii una stretta al cuore. Adesso Palmira era più figlia di quella madre

          che mia.
               Durante il pranzo di nozze Francesco, guardando la coppia di sposi, si
          piegò verso di me e mi domandò sottovoce: «Non sarebbe bello pensare che
          si ameranno sempre come in questo momento?»
              «Potrebbe essere, se lei lo terrà sempre sulla corda, lo farà sentire un

          uomo e non chiederà troppo».
              «E se non lo farà?»
              «Se non lo farà, sopravviverà comunque. C'è sempre la pittura».

               Offrendomi  un  cuore  di  carciofo  sulla  punta  della  sua  forchetta  e
          sorridendo mi disse: «E così, mia bella, geniale, graziosa signora, da ora in
          poi siete libera dalle responsabilità della maternità. Libera di appartenere
          completamente a voi stessa. Libera di...»
              «Non sarò mai libera dalle responsabilità della maternità.

               Per me sarà sempre la mia bambina. Grazie a Dio, ha avuto il privilegio
          di poter scegliere. Questa sera e sempre.
              Pregherò che si ricordi sempre di questo».

              «E  a  chi  altro  siete  grata  questa  sera,  perché  vostra  figlia  ha  potuto
          sposare l'uomo che ha scelto?»
              Lo guardai di sottecchi e brindai toccando il suo bicchiere.
              «A voi, don Maringhi, il mio brillante mercante d'arte».
              «Mercante d'arte? Solo questo?»



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