Page 172 - La passione di Artemisia
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«Guarda meglio. Non è paura. E un dubbio angoscioso.
Deve capire il perché e trovare un motivo tutto suo che lo esiga. Forse
non è sicura di doverlo fare».
Sul viso di mio padre si dipinse un'espressione preoccupata.
«Questa non è la Lucrezia che tutti si aspettano».
«Lo so. Ma deve essere così, attanagliata dal dubbio. In questo modo la
gente, uomini e donne, che anche tra molto tempo la guarderanno, si
sentiranno a disagio, piangeranno anche al pensiero che, in un tempo di
ignoranza, ci fu una donna stuprata che venne convinta, anzi spinta al
suicidio».
Non immaginavo che avrei detto quelle parole - a lui o a chiunque altro.
Mi sgorgarono dal profondo, con una voce che non riconobbi.
«Le cose cambieranno, padre. Devono cambiare. E l'arte può aiutare a
operare questo cambiamento».
Gli brillarono gli occhi. «Mia figlia. Sibilla di una nuova era». Mi mise
un braccio attorno alla vita e guardò il quadro.
«Che ne pensa Gentile?»
«Non gliel'ho ancora fatto vedere. L'ho sempre tenuto coperto, ogni
volta che è venuto nello studio». Risi. «E' tutto eccitato. "Nemmeno una
sbirciatina?"» Ne imitai la voce e i movimenti. Univa le dita grassocce, il
pollice e l'indice, tenendo le altre sollevate e muoveva la testa da un lato
all'altro. «"No, nemmeno un angolo", gli dicevo. Allora sporgeva il labbro
inferiore. E' così buffo a vedersi. Mi piace stuzzicarlo».
«Ma senti: tu che stuzzichi il tuo committente!»
«Gli piace. Ha finto di toccare il panno che copre la tela, ma non lo ha
fatto. Ha deciso di scoprirla durante la festa per il suo anniversario di
matrimonio, senza nemmeno averla vista».
«Ha davvero una grande fiducia in te».
«Lo so».
Renata ci portò qualcosa da mangiare nello studio e poi lei e mio padre
trasportarono il dipinto coperto nel salone.
«Vi piacerà l'allestimento del salone voluto dal signor Gentile», mi disse
Renata entrando nella grande sala. Era piena di rose, gigli, crisantemi e un
enorme mazzo di gladioli sul tavolo centrale. «Quando mi ha mandato a
comprarli, questa mattina, mi ha detto di assicurarmi che fossero di un bel
rosso cupo. Come poteva sapere il colore del copriletto? Ha guardato?»
Sorrisi. «Istinto, immagino».
Quando tutti gli ospiti furono arrivati, allora comparve Cesare, con la
stessa gorgiera rigida che aveva indossato per il suo ritratto, che ora era
appeso sopra il camino. Man mano che il salone si riempiva di ospiti, i
profumi dolciastri non riuscivano a coprire l'odore muschiato emanato dai
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