Page 150 - La passione di Artemisia
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divertito di fronte a Palmira, ostentando grande serietà nell'espressione.
Giunse a questo punto una donna alta e graziosa. «Santo cielo, Bianca! Che
cosa prodigiosa», le disse. «Non mi sono reso conto di avere due artiste al
prezzo di una!»
Palmira mi lanciò un'occhiata di panico, non sapendo che fare e tutti ci
mettemmo a ridere.
«E' assolutamente imprevedibile», disse la donna con tenerezza.
«Mia moglie Bianca. La signora Gentileschi e la signorina...»
Si piegò amabilmente verso Palmira.
«Palmira Stiattesi», gli rispose pronta, prevenendomi.
«E' la signorina Palmira Stiattesi», disse con un gran sorriso.
«Siamo felici di ospitarvi entrambe», disse Bianca. Era una donna bruna
ed elegante. Indossava una veste di velluto color vino, decorato con un
disegno a melograni.
«Palmira e io vi siamo molto grate e confidiamo che i nostri sforzi
possano incontrare i vostri desideri».
Nel frattempo erano sopraggiunte due fanciulle.
«Queste sono le nostre figliole, Teresa e Margherita».
Bianca fece loro cenno di venire avanti.
Erano più grandi di Palmira, vestite con lusso, ma non erano delle
straordinarie bellezze. Lungo le pareti era allineata la servitù, pronta per
essermi presentata. La signora Gentile fece avvicinare una giovane che si
stava srotolando le maniche. «Questa è Renata. Non ha fatto che correre
tutto il giorno alla finestra ogni volta che sentiva passare una carrozza. Lei
si occuperà delle vostre necessità».
Renata ci fece un inchino e Palmira, confusa, si inchinò a sua volta, il
che ci fece ridere tutti.
«Dovete essere molto stanche del viaggio», disse Bianca.
«Vi prego, mettetevi a vostro agio».
Renata ci fece salire lungo lo scalone di marmo e ci condusse al nostro
appartamento. Palmira mi tirava la gonna.
«Vivremo qui?» chiese estasiata. Renata fece una risatina.
La prima stanza, dall'alto soffitto, era ampia, luminosa, con due
finestroni. «Questo è il vostro studio», disse Renata, annusando con
ostentazione.
«Lo immaginavo». Quando si turò il naso per non sentire l'odore
dell'acquaragia mi venne da sorridere. C'erano tre cavalletti di diversa
grandezza, uno sgabello adattabile, un lungo tavolo, un'ottomana e varie
poltrone, cuscini e drappi per le pose. «Una stanza solo per dipingere. Che
meraviglia».
«Il signor Cappellini l'ha lasciata in gran disordine.
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