Page 144 - La passione di Artemisia
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17. Pietro







              «La  tua  reputazione  si  sta  diffondendo»,  disse  Pietro  con  una  certa
          malizia,  dopo  che  gli  ebbi  mostrato  la  lettera  arrivata  da  Genova.
          Interpretai  l'espressione  di  durezza,  delle  sue  labbra  come  una  misera
          gelosia d'artista, finché aggiunse: «Un nudo, ovviamente.  E' quello che ti
          viene meglio».

              Non stava parlando di arte.
               Evidentemente  quelle  false  calunnie  erano  arrivate  anche  alle  sue
          orecchie.  A  meno  che,  naturalmente,  non  ne  fosse  stato  lui  la  fonte.  Il

          pensiero mi sconvolse, quando ci riflettei. Non mi aveva mai perdonato di
          essere stata ammessa all'Accademia prima di lui, non aveva mai superato la
          rabbia  perché  io  avevo  avuto  successo  prima  di  lui.  E  se  quelle  calunnie
          fossero state un tentativo calcolato di ottenere commissioni al mio posto?
          Di riconquistare il suo ruolo di artista e di uomo? Era capace di tanto? Lo

          guardai negli occhi lampeggianti.
              Sì.
               Se non fosse stato lui la fonte di quelle calunnie, mi avrebbe affrontata,

          parlandomene,  in  modo  più  deciso  che  con  quelle  odiose  allusioni.
          Qualunque uomo l'avrebbe fatto. Non aveva dovuto far altro che suggerire
          quelle  insinuazioni  a  Vanna  e  lei  si  era  presa  la  briga  di  diffonderle  per
          tutta l'Accademia.
              Gettò la lettera sul tavolo come se non avesse alcuna importanza.

              «Non ho altra scelta che accettare», dissi seccamente.
               Si  fece  torvo.  La  barba  di  due  giorni  gli  abbuiava  il  volto  e  gli  dava
          un'aria selvaggia e dura. «Scelta?» Alzò il tono di voce. «Sei mia moglie».

              Mi raddrizzai sulla sedia. «Prima di tutto sono una pittrice».
              «Prima di tutto una pittrice?» Si tolse il giubbone e lo scagliò su una
          sedia.
              «Ascoltami,  Pietro».  Mi  piegai  in  avanti  e  posai  le  mani  aperte  sul
          tavolo. «Il Giorno del Giudizio ci inchineremo entrambi davanti a Dio e se

          uno  di  noi  dovesse  negare  il  proprio  talento,  negheremmo  a  Dio  la  Sua
          piena espressione».
              «Dove l'hai sentita questa? Dalle tue monache romane?»

              «Nel Magnificat. "La mia anima magnifica il Signore".
               Ed  è  vero  per  tutti  noi,  Pietro.  Non  importa  quanto  piccola,  ma
          aggiungerò  la  mia  tessera  di  mosaico  al  panorama  artistico  di  questo
          mondo. Esattamente come fai tu».
              «Prima  di  tutto  una  pittrice».  Sogghignò,  andò  verso  il  lavello  e  si



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