Page 140 - La passione di Artemisia
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che sapevamo di aver perso.

               Quella  notte  facemmo  l'amore  con  tutta  la  disperazione  pressante  e
          dolce e amara degli amanti che stanno per lasciarsi. Non ci furono parole.
          Mi imposi di non pensare a nulla se non al momento presente, anzi, di non

          pensare  affatto,  solo  di  sentire.  Le  sue  mani  erano  come  quelle  di  uno
          scultore che sente la sua opera, la sua lingua sulla mia gola, le mani che
          risalivano le mie cosce e poi il suo ginocchio che mi imponeva di aprirle,
          per cavalcare di nuovo con lui sul pelo del mare in tempesta, finché le onde
          non si fossero calmate.

               Mi  addormentai  pensando  all'incomprensibile,  incredibile  ordine
          dell'universo, che mantiene i pianeti nelle loro orbite, gli uccelli in volo e
          impedisce alle torri di crollare.

               In questo universo, di cui ora sapevo che non eravamo il centro, in cui
          ero insignificante come un granello di sale visto da un campanile, Dio mi
          permetteva ancora di continuare a respirare.





























































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