Page 107 - La passione di Artemisia
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Gli altri parevano avere nei suoi confronti un atteggiamento riverente e
gli lasciavano la parola più di sovente ma, quando parlava qualcuno di loro,
tutti osservavano lui per vedere la sua reazione. Mi misi per un momento
in ascolto. Erano presi da un acceso dibattito riguardante i superiori meriti
della scultura sulla pittura - intrattenimento ben diverso da quello violento
che si svolgeva dall'altra parte dell'Arno. Era un argomento di cui ero in
grado di parlare. Lasciai Palmira che giocava con la sua bambola di pezza
sulla balaustra della terrazza e mi feci avanti.
«Essendo le statue oggetti tridimensionali, diversamente dalla pittura,
che è bidimensionale, sono più reali dei dipinti», stava dicendo un
gentiluomo. «Dunque sono in grado di creare una più vera illusione: il che
sta a significare che la scultura è la più illustre delle arti».
«Sono in totale disaccordo», dissi, trovandomi a pochi passi di distanza
e dietro Galilei. Nell'istante in cui mi riconobbe, mi fece un sorriso che
arrivò fino al suo porro sotto l'occhio. Li fece scostare per permettermi di
entrare nel loro circolo.
«Che cosa ne pensa, madamigella?» mi stuzzicò un gentiluomo, come
se il fatto che una donna esprimesse la sua opinione fosse una stravaganza.
Non conoscevo quegli uomini, ma non mi tirai indietro e adottai il loro
linguaggio artificioso. «Un rilievo che inganni il senso della vista è
altrettanto possibile per la pittura quanto per la scultura, perché la pittura
può creare la forma con tutti i colori della natura, mentre la scultura non
ha che luci e ombre. Benché la scultura possieda un rilievo che può essere
percepito dal tatto, la pittura ottiene un rilievo visibile senza dover
ricorrere al tatto. In questo sta la sfida più grande e dunque la sua
superiorità».
«Madamigella ha ragione», osservò Galilei. «Che cosa vi è di tanto
eccezionale nell'imitare la grande scultrice, la Natura, usando la natura
stessa, vale a dire il marmo, per creare il volume?» Si volse verso di me per
trovare consenso.
«Tra le due, è la pittura l'arte superiore, ma per un ulteriore motivo.
Non avendo che due dimensioni, la pittura è più lontana dalla realtà e, più
lontani sono i mezzi d'imitazione dall'oggetto da imitare, maggiormente
degna di ammirazione sarà quell'imitazione».
«E' questo un grande principio generale applicabile a tutte le arti?»
domandò uno degli uomini.
«Sicuramente. Dovremmo ammirare il musicista che ci muove a
simpatia per un amante infelice, comunicandoci i suoi dolori e le sue
passioni in musica, più di quanto lo facciano i suoi stessi singhiozzi». Mi
rivolse un sorriso divertito. «Il canto è l'opposto della naturale espressione
del dolore, mentre le lacrime e i singhiozzi sono simili».
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