Page 109 - La passione di Artemisia
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«Esattamente».
«Grazie. Tutto questo potrebbe essermi utile».
Galilei ci indicò con la mano un sentierino più angusto delimitato da
siepi in fiore. Nel calore del pomeriggio il profumo dolce dei gelsomini dava
alla testa.
«Utile per un dipinto?» mi chiese.
«Sì. Una Maddalena penitente che mi ha commissionato l'arciduca.
Voglio scoprire e rivelare un aspetto diverso da quello convenzionale di una
peccatrice folgorata da una conversione non premeditata o da uno
spontaneo pentimento.
Credo che la sua elevazione personale sia sgorgata da una profonda,
prolungata e dolorosa riflessione. Avete visto Adamo ed Eva di Masaccio
nella Cappella Brancacci?»
«Naturalmente».
«Tutto il corpo di Eva è mente e sentimento. Allo stesso modo in cui il
corpo di Eva è pensiero nelle mani di Masaccio, così voglio che anche
quello della Maddalena divenga pensiero. Non so ancora che cosa desidero
che pensi, ma so che sarà qualcosa di più complesso della semplice
angoscia causata dalla visione di se stessa».
«Posso suggerirvi di andare a vedere la statua lignea della Maddalena di
Donatello in Battistero? Tale è il suo eccesso, che l'arciduchessa
certamente l'apprezzerebbe».
«Come posso fare, in questo periodo? Dovrò attendere il marzo
prossimo, durante il rito annuale del battesimo».
Si fermò sul sentiero a pensare. «Basterà una piccola autorizzazione
dell'arciduca e sono certo che avrete il permesso di accedere. Posso
ottenerlo facilmente e sarò onorato di accompagnarvi oggi stesso. Voi e la
vostra graziosa figliola».
«Oggi? Non parrà scortese?»
«No. Gli ospiti se ne andranno presto per la partita serale di calcio».
Abbreviammo la nostra passeggiata e Galilei ebbe un colloquio privato
col granduca. Quando vedemmo che alcune persone cominciavano ad andar
via, porgemmo i nostri rispetti e passammo l'Arno su una carrozza
scoperta, un'altra meraviglia per Palmira. Non era mai salita su una di
quelle carrozze. Galilei si mise la mano in tasca e poi la tirò fuori, chiusa a
pugno. «Palmira, apri la mano per favore», disse.
Con lo sguardo lei mi chiese il permesso e poi aprì la mano. Le fece
cadere sul palmo un frutto candito, giallo-verde e duro, dalla forma
irregolare. Ne offrì uno anche a me.
«Cedro. Nella mia villa ho molti alberi di cedro».
Palmira cominciò a succhiare rumorosamente. «Perché noi non
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