Page 108 - La passione di Artemisia
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«Dunque  in  questo  senso,  Messer  Galilei»,  gli  gettai  uno  sguardo  di

          sottecchi, come a suggerire che stavo per dargli scacco, «la musica per solo
          liuto è una espressione più alta del canto o della pittura, in virtù della sua
          maggiore distanza dall'espressione umana».

               Gli uomini del gruppo lo presero in giro per essere stato battuto. Egli
          fece loro un bonario cenno con la mano e mi chiese: «Anche se sono stato
          amaramente sopraffatto, posso avere il piacere di fare una passeggiata in
          giardino con la mia vincitrice?»
               Tesi la mano a Palmira, che fece un allegro balzo per raggiungerci. «Mia

          figlia Palmira».
              «Ah, una bambina deliziosa. La miniatura di sua madre».
               Scendemmo  al  pianoterra  e  poi  salimmo  una  rampa  di  scale  per

          accedere al giardino e a un anfiteatro erboso, dove alcuni bambini stavano
          giocando una finta partita di calcio.
               I  cipressi  e  le  siepi  di  bosso  erano  più  verdi,  l'erba  più  vellutata,  la
          brezza più fresca e gli uccelli più melodiosi che in qualunque altro posto io
          fossi mai stata.

              «Tutto sembra spennellato con una luce che satura i colori».
              «Ecco la pittrice che parla».
              Allora si ricordava di me. «Dove conduce questo sentiero?» domandai.

              «A molti luoghi deliziosi, spero. In particolare verso un labirinto verde».
              «Oh, questo ti piacerà, Palmira». Oltre a noi, c'erano molte persone che
          stavano  passeggiando  e  così  sarebbe  stata  contenta  di  guardare  i  loro
          vestiti.
              «Stavate per chiedermi qualcosa l'ultima volta che ci siamo visti», disse.

              «SI, che cosa sapevate dirmi dei quadri che si trovano a palazzo, ma ora
          vorrei sapere un'altra cosa».
              «Che può essere?»

               Palmira  scorse  una  farfalla  nera  e  terra  di  Siena  e  ci  fermammo  per
          permetterle di osservarla finché non volò via.
              «Che cosa sapete dell'arciduchessa?» mi informai.
              «E'  austriaca.  Rigorosamente  religiosa.  Ama  messe  cupe  e  vespri
          all'infinito.  D'altro  canto,  è  una  donna  che  si  pasce  dei  momenti  più

          drammatici della storia del Cristianesimo, ne ama gli eccessi e gli estremi.
          Se fosse vissuta al tempo di san Francesco, l'avrebbe seguito».
              «O avrebbe seguito l'esempio della Maddalena? Cioè, se si fosse trovata

          in altre circostanze».
              «Anche senza quelle circostanze. Vi sono donne che si prendono sulle
          spalle tutti i peccati del mondo e fanno pratica di continua penitenza».
              «Rinunciare  al  mondo  e  pregare  come  un  penitente,  indossando  allo
          stesso tempo quei gioielli?»



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