Page 112 - La passione di Artemisia
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13. Venere
Il pomeriggio seguente un messaggero consegnò una lettera.
Gentile Madamigella, sono molto umilmente dispiaciuto del disagio che
ho causato ieri a Voi e alla Vostra figliola. Sono stato sconsiderato a non
prevedere la reazione di una bimba al cospetto di una figura tanto
spaventosa, anche se sono sicuro che la presenza della donna fuori del
Battistero ha contribuito non poco alla disperazione della Vostra figliola.
Posso osare fare ammenda delle mie buone intenzioni invitandovi a
cena a Palazzo Pitti in occasione del compleanno del figlio di Cosimo,
Giovanni, tra una settimana da sabato?
Il granduca Cosimo mi ha dato licenza di mandarvi una carrozza e mi ha
chiesto di dirvi che sarà felice della Vostra compagnia. Bacio la Vostra
mano e Vi prego di onorarmi ancora della Vostra simpatia e del Vostro
brillante ingegno, quanto della Vostra presenza nel corso della nostra
osservazione del pianeta Venere la sera stessa, se il tempo sarà limpido.
Vostro umile servitore Galileo Galilei Sul sigillo di ceralacca compariva
una linea circondata da rami di alloro e, sopra, una corona. La scritta
diceva: Accademia dei Lincei.
Osservazioni del pianeta Venere? Come mai proprio quel particolare
pianeta? E che avrebbe pensato Pietro? E io? Non ne ero sicura. Certo il
suo interesse per me poteva essere solo paterno. In fondo era vecchio
abbastanza per poter essere mio padre. Lo avevo incomodato e non volevo
sembrare un'ingrata. Inoltre c'erano dei sicuri vantaggi nell'essere presente
alla corte del granduca. Lì, ogni cortigiano era un possibile committente,
compresi i due figli Ferdinando e Giovanni, quando avessero raggiunto la
maggiore età. Così accettai.
Ma la sera ci ripensai. Non conoscevo le intenzioni di Galilei. Se Pietro
fosse venuto con me, nessuno avrebbe potuto avere dei sospetti. Quando
tornò a casa dopo la sua sessione di pittura, gli parlai dell'invito con aria
distratta, affettando le cipolle.
«Ti piacerebbe andare?»
«Fammi vedere il biglietto d'invito».
Il coltello scivolò sulla fetta di cipolla. «Niente biglietto.
E' venuto un messaggero con la livrea dei Medici e ha recitato l'invito in
versi. Una bella trovata».
Fissando la cipolla, l'affettavo con maggiore attenzione.
«Quando sarà?»
«Sabato della prossima settimana. Dal tardo pomeriggio in poi. Per
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