Page 114 - La passione di Artemisia
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Sfregava veloce il pollice sui polpastrelli.

               Cosimo condusse suo figlio Giovanni tra i tavoli, presentandolo come se
          fosse  un  ometto,  anche  se  non  poteva  avere  più  di  sette  o  otto  anni.
          Quando  arrivarono  da  me  Cosimo  disse:  «Questa  è  donna  Artemisia

          Gentileschi, una grande pittrice. Al momento sta facendo un quadro per tua
          madre».
               Io  mi  sentii  un  po'  imbarazzata,  perché  non  l'avevo  ancora  iniziato  e
          temevo che volesse chiedermene notizie.
              «Un giorno vorrai i suoi dipinti nella tua collezione».

              «Un giorno sarò lieta di dipingere per voi», dissi e i due proseguirono.
               Dal mio posto potevo vedere l'austera arciduchessa  Maria  Maddalena.
          Aveva un atteggiamento orgoglioso, ma non rivolgeva alcun gesto di affetto

          verso i figli, diversamente dalla madre di Cosimo, la granduchessa Cristina,
          che non li lesinava. I modi della madre mancavano di quel coinvolgimento
          e di quella vivacità che la nonna dimostrava mentre recitava per il nipote
          una poesia a lui dedicata.
               Mi  piegai  verso  Galilei  e  sussurrai:  «Questa  arciduchessa  dal  volto

          ovale,  che  domina  la  tavolata  con  tanta  gravità,  non  gradirebbe  l'aspetto
          emaciato e selvaggio della scultura di Donatello».
              «Ma  per  quale  motivo  dipingete?  Per  fare  cosa  gradita  a  un

          committente o per esprimere un'idea?»
              «Per la mia idea, che non è quella di una donna rovinata a vita da una
          crudele penitenza. Avevo sperato di farne un'eroina, ma una penitente non
          è una donna che compia un atto coraggioso di cui essere fiera in futuro».
              «E allora che farete?»

              Trassi un lungo, lento respiro. «Non so».
               Una signora accanto a me stava agitando il suo ventaglio; poi diresse lo
          sguardo fuori dalla finestra.

              «I  dipinti  migliori  rappresentano  uno  specifico  momento  narrativo»,
          dissi pensando a voce alta. «Avevo pensato di rappresentare quel momento
          di  tensione  di  fronte  alla  casa  di  Simone,  quando  la  Maddalena  tiene  in
          mano il vaso d'alabastro con il prezioso unguento, in attesa di poter entrare
          e lavare e ungere i piedi del Maestro, ma ora non ne sono sicura».

              «Avete letto le Scritture?» Aveva smesso di muovere il pollice.
              «No. Quel momento di fronte alla casa l'ho solo immaginato».
              «Ma conoscete la Bibbia».

              «Quando mia madre morì sono stata cresciuta dalle suore del convento
          di Trinità dei Monti a Roma».
              «Ciò significa che interpretate in senso letterale le verità della Bibbia?»
              «Non sono una teologa, sono una pittrice. La Bibbia è una ricca fonte di
          storie da rappresentare in pittura e scultura», sorrisi, «e in musica, che voi



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