Page 118 - La passione di Artemisia
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Aristotele tornasse in vita e potessi farlo guardare attraverso il mio
telescopio, farebbe a pezzi le sue pagine. Le riterrebbe il pensiero primitivo
di un egocentrico di mente limitata».
«Mi piacerebbe vedere... queste lune». Indicai i canditi.
«Se il cielo fosse limpido ve le mostrerei questa sera. Ma con nuvole del
genere non si possono vedere. Una volta, quando ci saranno le condizioni
adatte, ve le mostrerò. E anche i crateri della luna e le fasi di Venere».
«Fasi?»
«Da quella crescente a quella piena».
«Allora Venere è una luna!»
D'improvviso sorrise e si toccò la testa. «Lo si potrebbe dire. Una luna
per il sole, attorno a cui ruota».
«Volete dire che la dea dell'amore cresce e svanisce?»
La sua espressione mutò rapidamente - un'ombra di puntiglio per
deviare i suoi pensieri che mi fece sorridere, poi un dubbio momentaneo se
seguire il mio o il suo pensiero e infine lo sforzo di riguadagnare terreno.
«Le fasi, vedete, indicano che Venere ruota attorno al sole, proprio
come la nostra luna ruota attorno alla terra».
Prese un candito per rappresentare Venere e abbassò la voce.
«E dal momento che un pianeta ruota attorno al sole e che le macchie
solari mostrano che il sole ruota sul proprio asse, è possibile che il sole ci
trattenga tutti, trattenga tutti i pianeti nel suo abbraccio rotatorio». E
mosse in cerchio i canditi attorno a quello più grande.
«Noi ci muoviamo?» Guardai fuori dalla finestra: non riuscivo ad
afferrare questo concetto. «Non ho la sensazione che ci muoviamo».
«Cionondimeno, Artemisia, noi ci muoviamo e a una velocità
straordinaria. Abbiamo solo l'illusione di stare fermi».
Lo disse con tenerezza, come se stesse insegnando a un bambino a
muovere i primi passi.
Indicai fuori dalla finestra. «E allora, come mai quello stendardo pende
verso il basso e non da una parte? E quella donna sulla terrazza, come mai i
suoi capelli non si muovono?»
«Ci sono altre forze che lo impediscono». Si appoggiò allo schienale.
«Avete una mente acuta e speculativa».
Sorrisi a queste parole. «Arte e scienza si toccano nel regno
dell'immaginazione, nel luogo in cui nascono le idee originali, nel luogo in
cui noi due più siamo vivi». A dispetto del fatto che mi riusciva difficile
credere alle sue idee, ci avvicinava un'affinità della mente. Dovetti guardare
altrove per non manifestare la mia ammirazione.
«Tanto l'artista che lo scienziato farebbero bene a nutrire un sano
scetticismo nei confronti delle idee tradizionali», disse.
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