Page 120 - La passione di Artemisia
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14. Maria Maddalena







               Durante  la  siesta  pomeridiana,  mentre  Pietro  riposava  con  Palmira
          accanto,  gli  domandai:  «Quale  pensi  sia  il  primo  requisito  per  essere  un
          pittore?»
              «Essere un attento osservatore - il primo, l'ultimo e sempre».
              «E se quello che il pittore vede è spiacevole?»

              «Deve comunque guardare».
              «Vuoi  dire  che  una  pittrice  non  deve  distogliere  lo  sguardo  anche  se
          trema?»

              «Ma che cos'è questa storia?»
              «La mia Maddalena penitente». Raccolsi le matite e un piccolo album
          da  disegno.  «Rimani  qui  con  Palmira  per  un  po'?  Vado  a  cercare  quella
          vecchia».
              «Perché?»

              «Non  ne  sono  sicura.  Lo  saprò  quando  la  vedo.  Sarò  di  ritorno  prima
          che tu abbia finito il tuo riposino».
               Non era a Santa Croce. Feci il giro del Duomo e del Battistero. Perché se

          n'era andata proprio quando avevo bisogno di lei? La trovai a San Lorenzo.
          Mi misi in modo tale da poterla vedere bene, tra il cavallo e la carrozza.
               Inginocchiata a gambe nude, dondolandosi avanti e indietro, la donna si
          lamentava  esprimendo  tutto  il  suo  rimorso  e  un  senso  di  vergogna
          talmente amaro da farle perdere ogni dignità. Che mai poteva aver fatto di

          tanto terribile da spingerla a una vita di mortificazione? Nessuno, tranne
          un tiranno, può meritare una tale inesorabile agonia.
               Piansi  lì,  per  lei,  con  lei,  per  Eva,  per  le  sofferenze  del  passato,  per

          quelle a venire. Posai il carboncino. Non era giusto ritrarre un dolore vivo.
          Per un artista, non sarebbe stato giusto intromettersi col gessetto o con il
          carboncino nel pianto di Maria Maddalena mentre lavava i piedi di Gesù. Ci
          sono  cose  troppo  crudeli  da  rappresentare,  finché  il  tempo  non  ne  ha
          stemperato l'asprezza.

              Indietreggiai tra i palazzi e mi diressi verso casa.
               Se il momento della conversione portava a quell'abietta infelicità, non
          volevo  dipingerlo,  volevo  dipingere  invece  l'istante  prima  -  ecco,  quello

          sarebbe stato interessante.
               L'istante prima della rinuncia, quando Eros la tiene ancora prigioniera,
          quando  la  sua  mente  è  impantanata  nel  tetro  futuro  che  le  sarebbe
          riservato se si lasciasse trasportare dal corso della sua vita e nel momento
          in cui teme ancora di dover rinunciare alle cose che ancora desidera. Allora



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