Page 122 - La passione di Artemisia
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che potesse averne una visione distorta.

              «Sono sicura che potrà trovare qualcuno a un terzo del compenso che
          riceverà da me».
              «Non dovrà togliersi i vestiti, qualunque cifra paghiate», grugnì.

              «Al contrario. La vorrei vestita con una veste di quell'incantevole seta
          dorata. Ha un colore che pare fatto di fili d'oro puro. Sono sicura che è la
          più fine della città, vero?»
              «Sicuro che lo è. La mia è una famiglia di tintori da duecento anni».
              «E non vorreste che l'arciduchessa Maria Maddalena de'

               Medici in persona conoscesse il tintore che ha prodotto un colore di tale
          magnificenza? Il dipinto è per lei. Come vi chiamate?»
              «Marco Rossi».

              «E il nome di vostra figlia?»
              «Umiliana».
              «Bene. Allora affare fatto». Gli porsi la mano. Mettendo da parte i suoi
          sospetti, ci batté sopra come fossi un uomo.
              Gli sorrisi e mi volsi verso Umiliana. «Lavati. Anche i capelli.

               Vieni lunedì mattina. E' accanto al Lungarno. Cerca un portone di legno
          con una testa di leone. Nel cortile vedrai un pozzo quadrato e un albero di
          fico. Tira la corda del campanello che ha tre nodi».

               Il lunedì Umiliana mi portò una pesca. La tagliai in tre pezzi, da dividere
          tra Palmira, Umiliana e me.
              «Mi dispiace, signora. Non sapevo che avesse una bambina.
              Avrei dovuto portarne una per lei e una per voi».
              «Non  devi  dispiacerti.  Guarda  che  colore  stupendo  ha  nell'interno.

          Sembra  seta  dorata.  Oggi  verrà  una  sarta  per  prenderti  le  misure  e  la
          manderemo da tuo padre a comprare la seta».
              «Questo lo farà molto felice».

              «Che capelli lisci hai oggi», dissi.
              «E' perché non ho lavorato. E' il vapore che me li increspa».
              «Ah. Ma è quello che voglio. Dei capelli un po' scomposti.
              Prima di venire, d'ora in poi, metti la testa sopra un tino bollente».
               Umiliana  lo  fece  coscienziosamente,  anche  se  non  le  pareva  di  essere

          tanto  carina.  Nel  corso  della  settimana  le  feci  provare  varie  pose  e  si
          dimostrò docile, curiosa, ansiosa di compiacermi.
              Ogni giorno mi domandava: «Avete il vestito?»

              Anche Palmira era eccitata quanto lei. «Arriverà domani, mamma?»
              «Non vi preoccupate», dicevo a entrambe. «Arriverà domani».
               Quando  infine  venne  consegnato  e  lo  stesi  su  un  panno,  sopra  il
          cavalletto,  Palmira si mise a saltellare su e giù è  Umiliana fece un passo
          all'indietro, fischiando di ammirazione e inarcando le sopracciglia.



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