Page 106 - La passione di Artemisia
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Per fortuna le botteghe orafe su Ponte Vecchio erano chiuse per la festa,

          altrimenti  mi  sarebbe  stato  difficile  passarvi  davanti  con  Palmira  senza
          infinite  esclamazioni  di  meraviglia  a  ogni  porta.  Era  la  prima  volta  che
          entrava a Palazzo Pitti e, come cominciammo a salire lo scalone, spalancò

          gli  occhietti.  Era  talmente  affascinata  da  quelle  vesti  meravigliose  che
          divenne  silenziosa  come  un  coniglietto,  limitandosi  a  invitarmi  con  un
          bisbiglio  ogni  tanto  a  guardare  questa  o  quella  veste.  Ai  suoi  occhi  le
          persone apparivano assai meno reali delle stoffe. Sapevo che, una volta a
          casa, non avrebbe smesso di parlarne.

               Nell'enorme  Sala  Bianca,  il  suo  sguardo  fu  catturato  dalle  dozzine  di
          candelabri di cristallo a doppia fila. «Li accenderanno, mamma?»
              «Probabilmente  no.  La  gente  andrà  via  prima  che  faccia  buio,  per

          assistere all'ultima partita di calcio».
               Sulle  credenze  erano  disposti  vassoi  di  delizie,  decorati  con  piume  di
          pavone - fette di melone avvolte da prosciutto e crostini spalmati di paté di
          fegato di pavone. Palmira ammirò la bellezza esotica dell'insieme, ma aveva
          paura  di  assaggiare  qualcosa.  Mangiò  invece  dei  pasticcini  ripieni  di

          marmellata.  Le  tavole  erano  state  sistemate  a  U,  con  i  lati  lunghi  rivolti
          verso  le  finestre  e  il  cortile  sottostante.  Le  porte  finestre  aperte  sulla
          terrazza erano decorate da rami di lavanda e basilico, per tenere lontane le

          mosche cavalline e l'odore proveniente dal cortile delle carrozze.
               Osservai  l'arciduchessa  Maria  Maddalena  seduta  al  centro  della
          tavolata.  Indossava un copricapo nero, vagamente simile a un soggolo da
          monaca, che le scendeva con una punta sulla fronte. Non riuscivo a capire
          come  mai  avesse  scelto  uno  stile  così  severo:  accentuava  l'ovale  troppo

          stretto del volto. A una catena d'oro, che pareva stesse per strangolarla, era
          appeso  un  enorme  rubino  scuro.  Le  si  fecero  accanto  i  suoi  figli,  per
          bisbigliarle  qualcosa.  Mi  parve  che,  più  che  ascoltarli,  li  congedasse.

          Cosimo voleva farle omaggio della mia Maddalena penitente. Ma di lei non
          sapevo  nulla.  Come  potevo  raffigurare  una  prostituta,  per  quanto  di  alto
          rango, per onorarla?
               Tra le altre portate, furono servite faraone arrostite,  trippa  in  salsa  di
          peperoni, spinaci e per concludere pesche al forno ripiene di pasta reale. Fu

          la cosa che a Palmira piacque di più.
               Dopo pranzo, portai Palmira sul balcone, che era collegato a un'ampia
          terrazza, dove vidi  Galilei insieme a un gruppo di uomini.  Ero sicura che

          fosse lui, anche senza il suo giustacuore marrone. Quel giorno era elegante
          come tutti gli altri cortigiani e indossava un lucco blu senza maniche.
               Le maniche della camicia bianca parevano sbuffi di nuvole. Qualche filo
          grigio di capelli, che compariva tra il castano della capigliatura, brillava al
          sole. Si sarebbe ricordato di me?



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