Page 86 - Il mercante d'arte di Hitler
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“Gerusalemme del Nord” è un centro dell’Illuminismo e della
cultura di matrice ebraica. Qui hanno trovato rifugio nel corso
dei secoli gli ebrei scampati alle persecuzioni in Europa centrale
e in Russia. Nel corso della prima guerra mondiale circa un
terzo della popolazione fugge altrove, viene evacuata o uccisa,
circa il quarantaquattro per cento è costituito da ebrei, per la
gran parte donne, bambini e anziani.
Con l’occupazione di Vilnius nel 1915 i soldati tedeschi si
trovano di fronte uno «stupefacente compenetrarsi di Est e
Ovest, una miscela di popoli polacchi, ebrei, lituani, bielorussi e
tedeschi», secondo la descrizione eufemistica che ne dà Paul
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Fechter . Richard Dehmel dà a Vilnius il soprannome di “città
delle cento chiese e dei mille bordelli” e mette in guardia i
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militari dalle prostitute e dai pericoli di infezione . Sono molte
le donne che svolgono la professione costrette dalla povertà, «i
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bordelli spuntano come funghi» . Gli uomini di lettere del
gruppo sono particolarmente affascinati dalla cultura ebraica
orientale che trovano a Vilnius, dalla vita religiosa che
conoscono nelle sinagoghe del luogo. La città conquista Richard
Dehmel anche più di Roma. La liturgia in una vecchia sinagoga
ha su di lui un effetto più intenso persino della messa di Pasqua
celebrata dal papa, perché qui può sentire la forza di una
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comunità in preghiera . E Hermann Struck nota nel 1918 che la
“diffidenza” iniziale nei confronti degli ebrei orientali «ha
lasciato il posto nel corso della lunga convivenza a un
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atteggiamento pieno di rispetto e comprensione» . I nuovi
incontri spingono alcuni di loro, imbevuti di idee antisemite
all’entrata in guerra, a mutare la propria posizione nei confronti
della cultura ebraica.
La generazione di Hildebrand Gurlitt è cresciuta in un clima
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