Page 85 - Il mercante d'arte di Hitler
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scriveva partiture musicali, raccontava eventualmente dei tempi
alla scuola di gesuiti a Roma, il barone von Wilpert dissertava
di filosofia, Rößler recitava il Faust o Dante, Groslar
pontificava su questioni di etica sessuale o dottrine economiche,
Struck, Magnus Zeller, Gurlitt, Schmidt-Rottluff discutevano
chiedendosi se un pittore moderno dovesse o meno apporre un
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volto a un ritratto chiestogli su commissione» . Dopo questa
parte più ufficiale delle loro serate, il giro continuava con
questioni di ordine quotidiano. Ognuno raccontava quel che gli
era successo quel giorno. «Ci confrontavamo sul curioso
spettacolo che avevamo sotto gli occhi, lì in Lituania – una
guerra nella guerra! – ossia la guerra tra civilizzazione e cultura,
la civilizzazione dell’Occidente, che avanzava al seguito delle
vittoriose armate tedesche, e la cultura dell’Est, rappresentata
dai popoli locali, i lituani, i bielorussi – o ruteni bianchi come
vennero chiamati più tardi – i lettoni, i polacchi e soprattutto gli
ebrei».
Emergono tuttavia anche somiglianze inattese. Al loro arrivo
in Lituania i soldati si rendono conto, con sorpresa, che molti tra
gli abitanti del luogo hanno un aspetto piuttosto tedesco, hanno i
capelli biondi e gli occhi azzurri pure loro e vivono in cittadine
in cui i tedeschi si sentono come a casa. A Vilnius pertanto
Hildebrand Gurlitt e i suoi commilitoni si ambientano
rapidamente. Da secoli i tedeschi si sono insediati nei territori
baltici. A seguito della rivoluzione del 1905, i cosiddetti
tedeschi del Baltico si sono impegnati a combattere attraverso
un proprio programma culturale, il processo russificazione
latente a opera della Russia zarista. Tra le influenze che più
condizionano la vita a Vilnus vi è la cultura giudaica; molti
soldati incontrano per la prima volta gli ebrei orientali. La
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