Page 59 - Il mercante d'arte di Hitler
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venditore di lampade in una strada deserta di Dresda […]. Nella
città d’arte dei reali sassoni, la città del Barocco e del
Romanticismo, i quadri lì appesi alle pareti avevano un effetto
davvero “fauves”. Seppur van Gogh e Munch fossero già
conosciuti a Dresda, quell’arte, quei colori barbarici,
appassionati e vigorosi, quella rozzezza incorniciata in quattro
misere assi di legno, intendevano proprio essere uno schiaffo
alla cittadinanza, e vi riuscirono. Anch’io, all’epoca ancora uno
scolaretto, rimasi atterrito. La “signora del consigliere”, scortata
alla mostra da quei giovanotti, disse invece che lavori tanto
interessanti dovevano essere messi in vendita e si portò a casa
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una di quelle impressionanti xilografie» .
Hildebrand Gurlitt non ricorda le parole dette dagli artisti
della Brücke nel giro di presentazione per illustrare le loro opere
a lui e alla madre. Ma con ogni probabilità Marie Gurlitt ha
preso con sé una copia xilografica del manifesto degli artisti
della Brücke messo a disposizione dei visitatori e consegnato
direttamente in mano ai potenziali acquirenti. «Con fede nel
progresso, in una nuova generazione tanto di geni quanto di
estimatori ci rivolgiamo alla gioventù tutta. E noi, quali giovani
responsabili del futuro, vogliamo liberare la nostra vita e le
nostre braccia dai vecchi poteri stabiliti. Chiunque riesca a dar
voce, in modo schietto e senza finzioni, alla forza motrice della
sua creatività è uno di noi», questo il loro breve e coraggioso
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appello all’emancipazione dalla tradizione e dalle convenzioni .
E così si esprimerà ancora, molti anni dopo, Cornelia Gurlitt,
ormai pittrice da diverso tempo, in una lettera al fratello
Wilbald: «L’essenza dell’arte riformata è la stilizzazione del
materiale, e il fine ultimo della stilizzazione è il riscatto
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dell’espressione» . Con il loro manifesto fondativo i giovani
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