Page 61 - Il mercante d'arte di Hitler
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allargherà a tutto il Paese. In una o due generazioni ogni
bambino e ogni giovane in Germania sarà capace di disegnare.
Motivo di tale sforzo era la nascita dell’Impero germanico. La
tanto agognata unità doveva realizzarsi non solo a livello
politico e giuridico statale. L’intento piuttosto era rinsaldare il
popolo nel proprio sviluppo come nazione anche a livello
culturale e condurlo alla propria affermazione all’estero. La
strada però era ancora molto lunga. All’Esposizione universale
di Londra del 1862 la Germania aveva fatto una pessima figura,
la peggiore immaginabile. «Si presenta allora anche per la
nostra patria il compito di diventare il Paese guida in Europa
nelle belle arti», dichiarò Konrad Lange, uno dei padri della
riforma dell’educazione artistica nei primi anni del suo
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operato .
Ma era solo la punta dell’iceberg. Non si trattava solo
dell’arte, ma della cultura tedesca nel suo complesso e del suo
lento declino a partire dalla rivoluzione industriale. Si doveva
ricominciare dal basso e rimediare su tutti i fronti. A partire da
quel momento, fin dai primi anni della scuola primaria e
secondaria, l’insegnamento dell’arte puntava a un’educazione
del gusto degli operai e dei piccoli impiegati. Per far questo
occorreva porre un argine al cattivo gusto, fornire agli strati più
bassi della popolazione gli strumenti per poter arredare la
propria abitazione in modo conveniente. Nei licei, invece, gli
studenti erano educati al senso estetico. Il buon cittadino e
funzionario pubblico benestante definiva il cuore della nazione
e costituiva per i riformatori il più vasto e fondamentale
pubblico di riferimento. Per questo anche al liceo St. Annen
l’insegnamento del disegno a mano libera sotto la direzione di
pedagogisti qualificati è ancora di fondamentale importanza.
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