Page 63 - Il mercante d'arte di Hitler
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maturare negli studenti un gusto collettivo e un chiaro e definito
senso del bello. L’obiettivo è la formazione di una mentalità
precisa, di un solido spirito di gruppo. «Uno degli strumenti più
potenti a tale scopo è indiscutibilmente un primo, consapevole
sviluppo del senso, del gusto e dell’amore per l’arte. […] Se nel
disegno di una decorazione gli studenti sono chiamati a seguire
ogni volta un principio estetico precostituito, non avranno
difficoltà più tardi a rimettersi alla volontà altrui o alla legge
sociale. L’insegnamento dell’arte educa pertanto gli alunni a
divenire membri utili alla società umana, a beneficio proprio e
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della collettività» . Arte, popolo e nazione viaggiano sempre
più in parallelo. L’approccio formativo della riforma
dell’educazione artistica, che a lezione ha di per sé come
obiettivo lo sviluppo della personalità, mira in ultima analisi a
far sì che gli adolescenti si identifichino con la nazione, giurino
fedeltà al proprio essere tedeschi.
Anche attacchi nazionalisti e imperialisti verso altri Paesi
fanno il loro ingresso nelle lezioni di arte e disegno. A Dresda,
durante il suo discorso di insediamento al liceo St. Annen, nel
1908, il rettore Richard Henke si propone di formare ciascun
alunno «affinché questi non conosca se stesso solo come
individuo, ma senta, pensi e agisca come parte della società».
Ed esorta i propri colleghi: «Possa ciascuno di noi essere
membro al servizio di un organismo, in cui il singolo si
incorpora nella collettività». E ancora: «Sia nostra premura
voler formare, consolidare, temprare il carattere [degli studenti]
e infondere in essi per tempo la disposizione interiore ideale che
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li renderà capaci di servire il prossimo con abnegazione» .
In casa Gurlitt il tema della riforma dell’educazione artistica è
all’ordine del giorno. Oltre a Konrad Lange, è Alfred
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