Page 423 - Il mercante d'arte di Hitler
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però poteva esser fatta valere soltanto per i patrimoni pubblici, i

                musei e gli enti statali. Ma l’“accordo processuale” concluso il 3

                aprile  2014  da  Cornelius  Gurlitt  con  il  governo  federale  e  il
                Land  bavarese,  e  che  dovrebbe  permettere,  non  da  ultimo,  il

                ritorno della collezione nelle sue mani, apre prospettive per la

                loro applicazione anche nei casi di proprietari privati. La mossa

                di  Gurlitt  a  ogni  modo  non  è  del  tutto  priva  di  precedenti.

                Ricerche  sulla  provenienza  di  beni  artistici  erano  già  state
                intraprese  per  parte  privata.  La  casa  d’aste  Neumeister  di

                Monaco di Baviera, ad esempio, ha permesso nel 2009 indagini

                sulla propria storia, dal 1933 al 1945. E lo storico dell’arte ed ex

                direttore  del  Bauhaus  Archiv  di  Berlino,  Peter  Hahn,  ha

                commissionato  un’investigazione  sulla  collezione  del  padre,
                Willy  Hahn,  prima  di  presentarla  in  una  mostra  e  donarla  al

                Gabinetto calcografico di Dresda.

                   Tuttavia,  Cornelius  Gurlitt  non  si  muove  a  questo  passo

                completamente  di  propria  iniziativa;  la  collezione  del  padre

                rappresenta  per  lui  tutta  la  sua  vita.  Riuscire  a  liberarla  dal
                deposito  di  sicurezza  in  cui  si  trova  è  il  suo  desiderio  più

                grande,  benché  le  opere  ora  non  possano  più  tornare  al  suo

                appartamento  incustodito  di  Schwabing.  Parallelamente,  le

                pressioni  sulla  Procura  di  Stato  si  fanno  maggiori.  Con  la

                divulgazione  della  notizia  dello  spettacolare  blitz  si  è  presto

                compreso  che  il  sequestro  è  stata  una  mossa  azzardata.  Il
                penalista Tido Park fa notare, ad esempio, come sarebbe bastata

                una sola opera a coprire i debiti di Gurlitt con il fisco e non vi

                fosse,  quindi,  alcuna  necessità  di  trattenere  l’intera  collezione

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                quale elemento probatorio . Il 30 gennaio 2014, inoltre, assieme
                a  Derek  Setz,  anche  egli  impegnato  come  consulente  legale

                nella causa di Cornelius Gurlitt, Park presenta una denuncia di




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