Page 428 - Il mercante d'arte di Hitler
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chiaramente  come  frutto  di  esproprio.  A  prescindere  dal  fatto

                che,  ad  esempio,  per  il  quadro  di  Matisse,  si  facciano  avanti

                diversi pretendenti, di cui si tratta in primo luogo di verificare i
                diritti,  né  la  Task  Force  né  il  governo  federale  possono

                legittimamente procedere a restituire le opere. Non hanno alcun

                mandato.  L’unico  ad  averlo  è  il  loro  proprietario.  In  questa

                complicata  situazione,  quindi,  Cornelius  Gurlitt  porta  a  una

                svolta quando, il 10 gennaio 2014, fa sapere, su una pagina web
                attivata  dal  suo  studio  di  avvocati,  di  essere  disposto  alla

                restituzione.

                   Poche settimane dopo, il caso subisce un nuovo scossone. A

                destare  scalpore  ancora  una  volta  è  un  altro  rinvenimento  di

                opere  d’arte,  ora  in  Austria,  la  cosa  in  questo  caso  però  non
                dovrebbe stupire, perché l’indirizzo è conosciuto da tempo. Qui

                Gurlitt ha vissuto, come dichiara egli stesso, fino al 2011. Il 10

                febbraio 2014 una delegazioni di avvocati, esperti d’arte, addetti

                allo  sgombero  e  alla  sicurezza  ispezionano  la  casa,

                all’apparenza normale, tra le ville del quartiere residenziale di
                Aigen, a Salisburgo. Il nome in codice dell’operazione è Gita

                aziendale. Gurlitt stesso si era più volte riferito al fatto di dover

                mettere  al  sicuro  i  beni  lì  conservati.  La  grande  abitazione  di

                novanta metri quadri circa è di sua proprietà dal 1960. In questo

                primo  sopralluogo  nella  Carl  Storch  Straße,  vengono  scoperti

                oltre sessanta dipinti. La Procura di Stato avrebbe voluto entrare
                in azione lì già due anni prima, ma la giustizia austriaca aveva

                opposto il proprio rifiuto a collaborare, con una nota: si tratta di

                proprietà  privata.  A  fine  marzo  del  2014,  dopo  una  nuova

                perquisizione anche in un’altra parte, in un primo momento non

                accessibile, del fatiscente edificio, gli avvocati di Gurlitt fanno

                sapere  quale  sia  di  fatto  la  portata  della  scoperta:  oltre




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