Page 427 - Il mercante d'arte di Hitler
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dei primi quadri della collezione, giungono alla Task Force
circa trecento lettere. Di queste a ogni modo solo 187 sono
richieste relative agli oggetti d’arte, delle quali a loro volta
soltanto 113 riguardano diritti rivendicati su opere specifiche.
Non ultime, si fanno avanti anche istituzioni come le Collezioni
d’arte nazionali di Dresda, il Von der Heydt Museum di
Wuppertal, il Folkwang Museum di Essen e la Kunsthalle di
Mannheim. Contro quella pioggia di richieste e il grande
interesse pubblico, i risultati ancora dopo un anno di lavori di
ricerca sono piuttosto magri. Solo cinque opere sono state
identificate fino a quel momento con sicurezza quale arte
rubata; tre di esse subito rivendicate dagli eredi non appena è
stata divulgata la notizia del rinvenimento di Schwabing: Uomo
a cavallo sulla spiaggia di Liebermann, Donna seduta di
Matisse e Sonata per pianoforte di Spitzweg. In tal modo anche
la Task Force finisce nel mirino delle critiche, lavora troppo a
rilento, non è abbastanza trasparente, le si rimprovera. A gran
voce si richiede che anche i registri commerciali di Hildebrand
Gurlitt, ancora inediti, vengano pubblicati su Internet assieme ai
quadri, così da permettere la consultazione ai ricercatori esterni.
A novembre del 2014 essi vengono finalmente messi online, i
nomi degli acquirenti sono però occultati. Seppure da quel
momento, a partire dai documenti si possa risalire a chi
procurava di volta in volta la merce a Hildebrand Gurlitt, gli atti
non offrono in realtà grandi chiarimenti ai non addetti ai lavori.
E anche la Task Force fatica a fare progressi. Persino a distanza
di mesi, nessun’altra opera a parte quelle di Liebermann,
Matisse e Spitzweg viene identificata in maniera inequivoca
come arte rubata. Ulteriori perplessità desta il fatto, inoltre, che
la Task Force non restituisca subito le opere d’arte riconosciute
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