Page 422 - Il mercante d'arte di Hitler
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rispettare le direttive della Dichiarazione di Washington,
l’ereditiere un tempo isolato dal mondo è divenuto anzi un
esempio. Ma è stato solo sotto la pressione esterna se Gurlitt si è
deciso a compiere questo passo. Tardi, troppo tardi ormai,
Gurlitt ha accettato la responsabilità sociale del lascito paterno.
Non c’è dubbio che abbia voluto in questo modo anche
riabilitare l’onorabilità del padre. Una via analoga a quella
seguita dai discendenti di Ferdinand Möller, anch’egli attivo
assieme a Hildebrand Gurlitt come mercante nella missione
ufficiale di “Arte degenerata”. I Möller hanno dato vita a una
fondazione che dal 2003 finanzia gli studi del centro di ricerca
di “arte degenerata” della Freie Universität di Berlino e svolge
per quest’ultima un importante lavoro ausiliare. Il centro di
ricerca ha creato negli ultimi anni una banca dati in cui sono
archiviate tutte le opere coinvolte nell’operazione di sequestri di
“arte degenerata”, uno strumento per l’analisi della loro
provenienza utilizzato anche a livello internazionale.
Cornelius Gurlitt è il primo collezionista privato della
Repubblica federale a piegarsi ufficialmente ai princìpi,
sviluppati su base statale, della Dichiarazione di Washington,
che nel 1998 quarantaquattro nazioni hanno firmato nel quadro
di una conferenza nella capitale degli Stati Uniti, impegnandosi
a rispettarli. I relativi governi hanno trovato un accordo su
undici punti fondamentali per poter trovare soluzioni «eque e
conformi a giustizia» e restituire agli eredi di collezionisti ebrei
le opere d’arte indebitamente sottratte o estorte dai nazisti,
contro ogni prescrizione. Un anno dopo, lo Stato federale, i
Länder tedeschi e le amministrazioni centrali dei distretti della
Repubblica federale si sono impegnati con una “dichiarazione
comune” a voler applicare i Princìpi di Washington. L’adesione
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