Page 417 - Il mercante d'arte di Hitler
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consentirebbe alla Germania federale una riparazione, seppur
tardiva. Non trova approvazione neppure il progetto di legge,
presentato dal ministro della Giustizia Winfried Bausback a
giugno del 2014, che dovrebbe prorogare retroattivamente il
termine previsto di trent’anni di prescrizione per l’acquisto di
opere d’arte rubate. La sua proposta non ha la maggioranza in
Consiglio federale.
Con le sue false dichiarazioni, tuttavia, Helene Gurlitt ha
indicato la strada al figlio: a nessun costo il mondo esterno deve
sapere dell’eredità; di fronte alle autorità e a eventuali
rivendicazioni non bisogna far trapelare nulla. Questa strategia è
la stessa già mostrata da Hildebrand Gurlitt con le sue tattiche di
camouflage nei primi anni del dopoguerra, e il timore di perdere
ogni cosa si è instillato nella vedova prima e nei figli poi. La
famiglia è addestrata a badare che la collezione rimanga integra
e non finisca nelle “mani sbagliate”. Quando Helene muore nel
1968, i figli ereditano la collezione, i due appartamenti, il
patrimonio. Cornelius ha il compito però di occuparsi dei
dipinti. Come Helene Gurlitt prima di lui, Cornelius nasconde
allo Stato l’esistenza del tesoro che ora gli tocca in sorte e non
versa neppure le dovute imposte di successione, né tanto meno
le tasse sul patrimonio. Nel momento in cui la Procura di Stato
porta alla luce tutto questo nel corso delle sue indagini, i termini
di prescrizione sono decorsi ormai da tempo. Con la
prescrizione ora Cornelius Gurlitt è il legittimo proprietario dei
quadri; dieci anni dopo la loro acquisizione in buonafede o
trent’anni dopo l’appropriazione in malafede, i dipinti non
possono più essergli contestati. Tra i punti controversi del caso
discussi dai giuristi, c’è perciò anche il fatto che le opere
sospette, quale possibile arte rubata, vengano in seguito
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