Page 412 - Il mercante d'arte di Hitler
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denaro,  esentasse.  Ma  l’episodio  ha  destato  un  sospetto,  tanto

                più  quando  l’uomo  riferisce  che  il  denaro  proviene  da  una

                vendita di opere d’arte effettuata dal padre presso la casa d’aste
                Kornfeld  di  Berna.  Nessuno  tra  gli  ufficiali  ha  ancora  idea  di

                quali implicazioni il nome del padre porti con sé, ma le cose che

                non  quadrano  sono  parecchie  e  Cornelius  Gurlitt  finisce  nel

                mirino degli inquirenti.

                   Ammesso  che  l’allora  settantasettenne  dovesse  davvero
                abitare  dalla  sorella  Benita  a  Monaco  solo  temporaneamente,

                egli  risulta  comunque  residente  in  Carl-Storch-Straße  a

                Salisburgo. Ha un passaporto tedesco, ma nessun codice fiscale,

                né un’assistenza sanitaria. Come si guadagna da vivere, da dove

                viene  il  suo  denaro?  Le  autorità  ritengono  di  aver  trovato  la
                pista  di  un  grosso  caso  di  evasione  fiscale,  tanto  più  quando

                affiora il collegamento diretto con uno dei principali procuratori

                del Museo del Führer incaricati da Hitler a Linz. Si fa strada il

                sospetto che il figlio di quest’ultimo conduca affari eludendo il

                fisco  tedesco.  A  settembre  del  2011  viene  disposta  la
                perquisizione  dell’appartamento  in  Artur  Kutscher  Platz  a

                Monaco. Solo molto più tardi la mostruosa vastità di quel che si

                presenta agli occhi degli inquirenti il 28 febbraio 2012 sarà data

                a conoscere con il nome di “rinvenimento d’arte di Schwabing”,

                termine  che  esprime  tanto  la  sorpresa  quanto  l’inefficacia  di

                qualunque tentativo anche solo di collocare l’evento. Con il suo
                titolo  di  copertina  Der  Nazi-Schatz  (“Il  tesoro  nazista”)  del  4

                novembre  2013  il  settimanale  monacense  «Focus»  rivela

                l’incredibile vicenda che per quasi un anno e mezzo è rimasta

                chiusa  nei  documenti  riservati  delle  autorità  che  vi  stanno

                lavorando. Da quel momento la storia viene ripresa senza posa,

                con dettagli ora dopo ora meno precisi. Il caso Gurlitt ha tutti gli




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