Page 407 - Il mercante d'arte di Hitler
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assegnato» e abbiano invece «concesso troppo poco spazio alla

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                reciproca compagnia fine a se stessa, come amici» . Riecheggia
                in  queste  parole  l’irrequietezza  della  ricostruzione,  che  quasi
                non  ha  lasciato  loro  il  tempo  di  fermarsi,  di  riflettere,  se

                possibile, anche sul passato.

                   L’improvvisa  morte  di  Gurlitt  a  seguito  dell’incidente  fa

                arenare  l’ultimo  suo  grande  progetto  espositivo,  che  alla  fine

                manca i tempi a lei favorevoli. Quando le opere sono già pronte
                per  il  trasporto  e  il  materiale  del  catalogo  predisposto,  la

                sommossa popolare in Ungheria viene a mettersi di traverso. Il

                divario tra Est e Ovest si amplifica, gli anni del disgelo politico

                sono finiti. Al momento della morte di Gurlitt i quadri della sua

                collezione sono in parte ancora in viaggio negli Stati Uniti per
                la tournée Watercolors. Quando rientreranno, la collezione non

                sarà più esposta  in pubblico  con tale  accanimento come  negli

                anni  in  cui  Gurlitt  era  in  vita,  solo  di  tanto  in  tanto  singole

                concessioni  in  prestito  saranno  visibili  in  qualche  mostra.

                L’eredità va dapprima a Helene Gurlitt, che fu sempre complice
                silenziosa  dell’attività  del  marito.  Alle  richieste  di  Erhard

                Göpels,  che  ha  collaborato  assieme  a  Gurlitt  nel  progetto

                speciale  Linz  e  che,  accanto  al  lavoro  di  critico  d’arte  e  alle

                monografie  di  Beckmann  di  cui  è  autore,  intende  istituire  un

                archivio  dell’artista,  Helene  fa  sapere  che  «il  consiglio  di

                famiglia» ha deciso per ora di non cedere nulla della collezione:
                «Deve rimanere un tutto compiuto». Il ritratto di Bertolt Brecht

                a  opera  di  Schlichter  evidentemente  non  rientra  in  questo

                imperativo.  Assieme  alla  sua  risposta  negativa,  la  vedova

                spedisce  subito  a  Göpels  anche  una  foto  del  quadro,  in  modo

                che questi possa offrirlo a potenziali clienti. Alla fine, a maggio

                del  1960,  esso  viene  messo  all’asta  allo  Stuttgarter




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