Page 416 - Il mercante d'arte di Hitler
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lavorative da quel momento non sono documentate. Gurlitt non
riesce più a entrare nel mondo del lavoro: si aliena da tutto. Alla
fine trova l’unica sua vocazione nella cura del tesoro di opere
del padre, riuscendo anche a vivere della vendita dei pezzi che
lo compongono.
Cornelius si trasferisce a Salisburgo, nel frattempo, nel 1961,
la madre acquista due appartamenti in Artur Kutscher Platz a
Monaco di Baviera, nel quartiere di Schwabing, dove la donna
vivrà fino alla morte, sette anni più tardi. Le opere d’arte tornate
in possesso della famiglia a Düsseldorf si spostano per l’ultima
volta, esse sono l’assicurazione della famiglia e il lascito
ricevuto dal padre. Che Helene Gurlitt sia consapevole del
carattere dubbio di questa proprietà si deduce dalle false
dichiarazioni da lei rilasciate a metà degli anni Sessanta di
fronte alle richieste delle autorità. Nel 1967 l’Ufficio per la
riparazione di Berlino, incaricato di gestire le domande di
risarcimento delle proprietà di cittadini ebrei, vuole sapere dalla
vedova dove si trovino alcune opere del patrimonio del
collezionista ebreo Henri Hinrichsen, tra cui il bozzetto di
Spitzweg Sonata per pianoforte che ricomparirà nel 2012.
Helene Gurlitt afferma di qui in avanti che tutti i documenti e le
proprietà del marito sono andate bruciate.
Con le menzogne di Cornelius Gurlitt, sconfessate dal
rinvenimento di Schwabing, la Procura crede inizialmente di
poter contestare la proprietà dei quadri. Per un momento si
ipotizza, con una variante audace su un piano giuridico, la
possibilità di un suo esproprio. Lo Stato potrebbe adire
direttamente la successione dei patrimoni e restituire i quadri
incriminati agli eredi dei loro precedenti proprietari. Ma la
soluzione non viene considerata seriamente, per quanto essa
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