Page 418 - Il mercante d'arte di Hitler
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pubblicate su Internet. Una violazione dei diritti sulla privacy,
recita l’accusa.
La vita di Cornelius Gurlitt nei cinquant’anni successivi alla
morte della madre ce la si può immaginare come l’esistenza di
un eremita, del tutto tagliato fuori dal mondo. È un lupo
solitario che redige le sue lettere ancora con una vecchia
macchina da scrivere ed è assolutamente estraneo al computer.
Rifugge a tal punto la gente, che nei suoi soggiorni a Salisburgo
esce solamente di notte, per evitare quanto più possibile che
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qualcuno possa rivolgergli la parola . Gli unici contatti
ravvicinati che egli ha sono con la sorella Benita, con la cui
morte nel 2012 egli si ritira ancor più in isolamento. Cornelius
non attende all’eredità con un lavoro regolare, solo di tanto in
tanto vende qualche quadro per garantirsi la sopravvivenza e, in
età più avanzata, per pagare i medici cui è costretto a rivolgersi
a causa di un disturbo al cuore. Per la vendita dei quadri ricorre
ai vecchi agganci del padre. Il nome Gurlitt gode di una certa
fama nel mondo del commercio dell’arte. Così, ad esempio,
dopo la morte della madre, il banditore d’asta di Stoccarda
Roman Ketterer contatta Cornelius dicendo di esser stato in
buoni rapporti con Hildebrand Gurlitt. Quando Hildebrand
Gurlitt era ancora in vita, lo Stuttgarter Kunstkabinett in effetti
ha venduto numerose opere per lui; il figlio ne prosegue
l’attività. Nel 1985 la casa d’aste Christie’s mette all’incanto
Giovinetta con gatto di Heinrich Campendonk, nel 1990
Sotheby’s l’acquerello di Grosz Sirena nella Potsdamer Straße.
Con il suo aspetto gracile, Cornelius viene percepito
pubblicamente come un uomo fragile, un povero anziano
confuso, in un modo però che finisce per scaricarlo dalle sue
responsabilità, dipingendolo come una vittima – così vorrebbero
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