Page 357 - Il mercante d'arte di Hitler
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dal  cugino  committente  di  «adoperare  tutta  la  [sua]  arte».  Al

                termine  della  guerra  Gitta  ottiene  per  intercessione  di

                Hildebrand un ingaggio al Wallraf-Richartz Museum, dove cura
                il restauro di numerose opere che lo stesso cugino ha acquistato

                nei territori occupati per la collezione Kölner. Potrebbe essere

                sempre Gitta a dar man forte a Gurlitt, quando questi sarà già

                alla  direzione  del  Kunstverein  di  Düsseldorf  e  a  latere

                proseguirà i propri negozi. Per poter rivendere più facilmente la
                pittura  paesaggistica  francese  in  Germania,  Gurlitt  farà

                dipingere sulle tele dettagli di cervi e caprioli per i potenziali

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                clienti .


                          Il ritorno al museo: primi (sgraditi) tentativi



                   Nel giro di brevissimo tempo Gurlitt è riuscito a riallacciare i
                fili  nel  mercato  dell’arte,  e  questo  nonostante,  in  realtà,  non

                intenda  tornare  in  affari,  come  scrive  in  una  lettera  diretta  al

                cugino Wolfgang Gurlitt a Bad Aussee: «Commerciare in arte

                con sigarette al posto del denaro, come si usa oggi, non mi attira

                affatto,  tra  un  po’  in  Germania  si  svenderà  tutto,  e  neanche
                questo è il massimo! Preferirei molto di più andare a un museo e

                tenere discorsi e scrivere, ma anche lì c’è una calca orrenda e

                non voglio portare via il posto a uno di quelli mandati via a suo

                tempo, quando questi non sappia, in realtà, di non volervici più

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                tornare» . Parole nobili, Hildebrand Gurlitt pensa qui ai vecchi
                colleghi  del  Museumsbund  tedesco  sospesi  dai  nazisti.  A

                settembre  del  1945  essi  hanno  già  sconsigliato  a  Gurlitt  il

                rientro  nel  commercio  d’arte.  Benché  ad  Amburgo  vi  sia  un

                gran bisogno di cultura, dicono, la gente è povera e per anni non

                potrà  praticamente  permettersi  di  acquistare  arte.  Gurlitt
                dovrebbe  piuttosto  tentare  in  un  museo.  Subito  Hildebrand  si




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