Page 356 - Il mercante d'arte di Hitler
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andranno  al  figlio  Cornelius,  che  conserverà  separatamente

                nella sua casa a Salisburgo l’assortimento già messo da parte dal

                padre, lasciandolo lì ad ammuffire – compresi lavori su carta di
                Franz  Marc,  Picasso,  Daumier  nonché  il  prezioso  grisaille  di

                Seurat  La  promeneuse  e,  per  l’appunto,  Montagna  di  Sainte-

                Victoire di Cézanne, l’opera a oggi più costosa della collezione.

                   Tra Gurlitt e Gitta ha inizio un vero e proprio sodalizio. I due

                hanno già collaborato insieme in precedenza. Dagli anni Trenta
                la  pittrice  vive  a  Monaco  di  Baviera,  dove  ha  anche  studiato,

                all’accademia  d’arte.  Durante  il  Terzo  Reich  si  è  arrabattata

                come  restauratrice  in  forma  autonoma,  non  potendo  trovare

                impiego  fisso  per  le  sue  origini.  Specializzata  in  pittura

                medievale su tavola e pittura barocca, si è guadagnata da vivere
                grazie a lavori su commissione della Pinacoteca Vecchia, dove

                ha operato al servizio del direttore generale Ernst Buch ner. Al

                contempo  ha  potuto  così  anche  fare  da  tramite  a  Hildebrand

                Gurlitt,  che  dal  1937  le  affida  incarichi  sempre  più  frequenti.

                Gitta ha lavorato inoltre come copista per il cugino e ha avuto
                quindi  la  sua  parte  in  affari  poco  trasparenti.  Hildebrand  una

                volta, ad esempio, le ha affidato il compito di ridipingere una

                tavola di Bernhard Stringel, un importante ritrattista dell’epoca

                di Dürer, così da poter vendere l’originale per conto del figlio

                della legittima proprietaria. «Per gli anziani occhi della signora

                madre  basterà  di  certo  anche  una  copia  non  troppo  fedele,
                soprattutto  non  c’è  bisogno  che  duri  in  eterno»,  queste  le  sue

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                istruzioni .  L’originale  malmesso  doveva  essere  riparato  per
                poter  procedere  alla  vendita,  Gurlitt  così  ribassò  il  prezzo  da

                pagare al fornitore, da 10.000 a 3.250 marchi imperiali. Questi,

                considerato il raggiro messo in piedi, dovette rassegnarsi. Gitta

                fu  impiegata  anche  per  l’originale,  ma  in  questo  caso  pregata




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