Page 348 - Il mercante d'arte di Hitler
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sua famiglia, come già in precedenza. Non appena suo cugino
Hannes Gerlach da Amburgo si fa sentire, Gurlitt va diritto al
punto senza troppi preamboli: «Sto cercando con urgenza
autorevoli opere d’arte dei più grossi nomi dell’arte degenerata
tedesca e che si possano anche avere a un buon prezzo».
Gerlach in realtà si è rivolto a Gurlitt allo scopo di piazzare un
presunto Correggio; Gurlitt non è particolarmente interessato al
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dipinto rinascimentale, dubitando dell’autenticità del quadro .
Sa però di eccezionali collezioni di arte espressionista ad
Amburgo, di cui ora alcuni pezzi sono tornati sul mercato.
Come già numerosi collezionisti ebrei durante il Nazismo, che
per poter lasciare la Germania si sono separati dai loro tesori,
molti altri proprietari d’arte cominciano ora nel dopoguerra a
vendere i propri oggetti, così da metter le basi per una nuova
esistenza. Lo sa bene anche Wilhelm Grosshennig, titolare della
società Kunstaustellung Gerstenberger di Chemnitz. Per questo,
finita la guerra, Grosshennig si dedica alla vendita di arte
espressionista. Anche Gurlitt è convinto di una crescita della
domanda negli anni a venire, intende rimanere in contatto con
Grosshennig e farsi aiutare dal cugino Gerlach come
intermediario ad Amburgo. Come ai tempi di Zwickau, Gurlitt
vorrebbe nuovamente rifornire i musei di opere di arte moderna,
questa volta però nelle vesti di negoziante, per questo richiede a
Gerlach merce di prim’ordine: «Deve trattarsi della miglior
qualità in assoluto. Opere di grado medio non mi interessano. Se
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trovi qualcosa, ti prego di farmene urgentemente offerta» .
Al medesimo scopo, Hildebrand Gurlitt si dà da fare per
ristabilire i ponti con i vecchi colleghi nello smercio di “arte
degenerata”. Da Hermann Reemtsma viene a sapere che,
durante l’ingresso dell’Armata Rossa a Güstrow, Bernhard A.
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