Page 346 - Il mercante d'arte di Hitler
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Bamberga, Tom Dieck, e l’istituto S. Werner di Amburgo. Per
questa via riescono a comunicare anche i vecchi compagni
d’affari di Gurlitt ad Amburgo. Il mercante d’arte e la moglie
rimpiangono gli anni amburghesi, scrive Gurlitt. E vorrebbe
tanto avere nuove dei suoi corrispondenti, sapere se il mercato
d’arte si rimetterà lì presto in moto. Gurlitt a quell’epoca non sa
che nella città anseatica per lui tira vento contrario e che
nessuno lo sta aspettando. Convinto ancora della stima di cui la
sua persona gode, spera di poter riaprire il proprio
Kunstkabinett con nuove serate d’arte, conferenze ed
esposizioni.
Alla ricerca di clienti: nuovo ingresso nel mercato d’arte
Già nell’autunno del ’45 Hildebrand Gurlitt pensa seriamente
di riprendere con il commercio d’arte. A tale scopo contatta
Kurt Martin, con il quale ha concluso affari piuttosto lucrativi ai
tempi dei nazisti e che ora si ritrova nuovamente al suo posto di
direttore della Kunsthalle di Karlsruhe. I due uomini si
conoscono molto bene, poiché come delegato dei musei in
Alsazia, a Strasburgo e a Oberrheim ha fatto diversi acquisti,
non da ultimo a Parigi. È felice di sapere che Gurlitt sia
«sopravvissuto alla tempesta», ma risponde con una certa
freddezza, inizialmente, ai suoi tentativi di approccio. Anche i
vecchi clienti si tirano indietro e rifiutano, pur ringraziando, le
sue offerte di quadri. Hildebrand Gurlitt però insiste nei propri
sforzi, ossia li perfeziona. A ottobre del 1946 fa realizzare da
Foto Marburg degli ingrandimenti dell’Apocalisse di Dürer per
300 marchi, così da poter offrire i suoi tesori in vendita via
posta. Un po’ alla volta arrivano anche le prime risposte
positive. A maggio del 1947 l’industriale Hans Oskar Marcuse
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