Page 343 - Il mercante d'arte di Hitler
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Capitolo 14



                    Nuovi inizi, stessi vizi (1945-1947)












                        Manovre per riallacciare gli antichi rapporti nel

                                                    dopoguerra


                   Vi è un aspetto assurdo nei processi di denazificazione, ossia

                il  fatto  che  gli  imputati,  dovendo  portare  testimonianze  sulla

                loro buona condotta, vengano spinti a riattivare le loro vecchie

                reti  di  contatti.  Da  Aschbach  in  Franconia  Gurlitt  scrive  ai

                propri  colleghi  nell’ambiente  artistico.  Molte  lettere  trovano
                soltanto delle macerie, altre raggiungono però i loro destinatari.

                In esse si discute del passato e del futuro: si chiede come siano

                trascorsi  gli  ultimi  anni  della  guerra,  cosa  sia  andato  perduto,

                cosa rimasto, chi sia sopravvissuto dei vecchi colleghi, a quale

                indirizzo li si possa rintracciare. E se per caso non si sappia di
                un qualche posto di lavoro e non si sia disposti a mettere una

                buona  parola.  Si  stringe  così  nuovamente  quella  cerchia  di

                fedelissimi  che  già  durante  il  nazionalsocialismo  si  sono  dati

                man  forte  l’un  l’altro.  Nei  primi  anni  del  dopoguerra  tra

                operatori museali, mercanti d’arte e collezionisti si ricostruisce
                un  tessuto  di  rapporti  cui  solo  molto  tempo  più  tardi  sarà

                rinfacciata  la  continuità  personale  con  il  Nazismo.  La

                rielaborazione  del  passato  nazionalsocialista  nella  scena

                dell’arte avverrà tardi, agli inizi degli anni Novanta, molto dopo

                a quanto avvenuto per medici e giuristi.
                   Una  delle  principali  occupazioni  di  Hildebrand  Gurlitt  nei




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