Page 347 - Il mercante d'arte di Hitler
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fa ben sperare a Gurlitt di poter volere acquistare qualcosa per il

                suo «piccolo casolare in campagna» a Prien, sul lago di Chiem.

                   Nel  corso  dei  mesi  estivi  nel  1946  le  aziende  in  Germania
                cominciano  a  tornare  in  attività,  le  fabbriche,  riconvertite

                all’economia  di  pace,  riavviano  la  produzione,  il  mercato

                dell’arte riprende a muoversi e aprono le prime gallerie. Anche

                la  Galleria  Kunstausstellung  Kühl  a  Dresda  tenta  un  nuovo

                inizio.  Ad  agosto  del  1946  arriva  ad  Aschbach  a  Gurlitt  una
                cartolina battuta a macchina nella quale Heinrich Kühl annuncia

                la riapertura della sua galleria, dopo che circostanze avverse e

                una  lunga  malattia  hanno  ritardato  per  molto  tempo  un  avvio

                anticipato. Il tempo appena concluso è rimosso del tutto. Kühl

                riprende  da  dove  aveva  smesso,  davanti  al  potere
                nazionalsocialista.  All’esposizione  sono  in  mostra  Carl  Hofer,

                Ernst Hassebrauk, Carl Lohse, sculture di Ernst Blumenthal –

                tutti artisti le cui opere fino a poco prima erano state messe al

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                bando  quale  “arte  degenerata” .  Anche  Rudolf  Probst,  che
                Gurlitt conosce ancora dalla Dresda degli anni Venti, dove nel
                1923  ha  aperto  la  Galleria  Neue  Kunst  Fides,  con  opere  di

                espressionisti,  costruttivisti,  artisti  Bauhaus  e  della  Nuova

                oggettività,  tenta  un  nuovo  inizio.  Questa  volta  però  a

                Mannheim,  dove  si  è  trasferito  negli  anni  Trenta,  dopo  la

                chiusura della galleria a Dresda. Anche con lui Gurlitt tesse la

                nuovamente  la  sua  tela.  Già  a  principio  del  1946  si  mandano
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                l’un l’altro fotografie di opere d’arte, per fare affari insieme .
                   L’arte  moderna  degli  anni  Dieci  e  Venti  per  Gurlitt  non  ha

                perso  nulla  del  suo  potenziale  simbolico,  per  lui  essa

                rappresenta ancora la nazione culturale tedesca. A quest’arte va

                il suo principale interesse, e ben presto dunque Gurlitt si rimette

                alla ricerca delle relative opere. E nel farlo mette sotto anche la




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