Page 336 - Il mercante d'arte di Hitler
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mascherato e l’ingiustizia compiuta contro le proprie stesse
istituzioni artistiche non ha più avuto correzione. Il governo
militare americano però comincia a non essere più molto
convinto del proprio permissivismo. Per questo a gennaio del
1947 la divisione dell’OMGUS (l’Office of Military Government
for Germany U.S.) delegata alle restituzioni rilascia una nuova
normativa: «Works of art clearly identifiable as having been
removed from a public collection as specimens of “Entartete
Kunst”, should be taken into custody when identified in the
possession of a dealer [Le opere d’arte che si trovino in
possesso di un commerciante, chiaramente identificate per
essere state sottratte a collezioni pubbliche quali esempi di “arte
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degenerata”, devono essere prese in consegna]» . Ma anche in
questo caso Gurlitt ha fortuna e riesce a cavarsela. Passa un bel
po’ di tempo prima che la normativa sia adottata da tutti i centri
di servizio dell’MFAA. E delle opere che egli tiene nel suo
alloggio ad Aschbach identificate come “arte degenerata”
probabilmente nessuno ormai si ricorda più. Di fatto nessuno gli
pone più alcun ostacolo. In tal modo Gurlitt vede salvata la
parte più importante della sua collezione, i lavori su carta. Le
xilografie, le acqueforti e le litografie – di cui molte, spesso a
colori e dipinte a mano, costituiscono esemplari unici – sono in
parte acquisizioni ottenute da Gurlitt direttamente dagli artisti,
principalmente, però, vengono da proprietà museali. Vi sono
tavole di Max Beckmann, Erich Heckel, Paul Klee, Wassily
Kandinsky, Ernst Ludwig Kirchner, Franz Marc, Emil Nolde,
Otto Mueller, Christian Rohlfs e molti altri ancora. Nella
Repubblica di Weimar le loro opere avrebbero dovuto porre le
basi della nuova identità culturale tedesca, e di quest’idea
Gurlitt era uno dei più strenui difensori. Il lotto è costituito
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