Page 329 - Il mercante d'arte di Hitler
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Casi come questo ve ne sono molti nel corso dei processi di

                denazificazione:  una  denuncia  ne  scatena  un’altra  contraria.

                Accuse  reciproche  –  un  misto  tra  memoria,  convinzione,
                diceria, calcolo, onestà e menzogna – gonfiano la realtà le une

                contro le altre. In una simile giungla trovare la via più vicina

                alla possibile verità è alquanto arduo per le autorità, tanto più

                che spesso per questo lavoro vengono arruolate forze inesperte,

                come  accade  anche  per  la  soluzione  del  caso  Gurlitt  ad
                Amburgo. A condurre gli interrogatori vi è un giovane di nome

                Benda,  da  poco  entrato  in  polizia,  dopo  aver  abbandonato  gli

                studi in medicina. Per poter arrivare definitivamente a giudizio,

                Benda  ha  bisogno  di  ulteriori  testimonianze  di  persone  che

                conoscano  bene  Gurlitt,  non  soltanto  in  ambito  professionale,
                ma anche privatamente.

                   Gurlitt deve muoversi di nuovo in modo autonomo per potersi

                scagionare dalle accuse. Di nuovo attiva da Aschbach la rete di

                contatti di un tempo e presenta per la seconda volta un ampio

                portfolio  di  raccomandazioni:  perseguitati  dal  regime,  alte
                cariche  pubbliche  e  tra  questi  un  teologo,  in  tutto  quindici

                difensori. In mezzo a loro vi è anche Leopold Reidemeister, il

                suo amico all’epoca degli studi a Berlino, ora alla direzione dei

                Musei  di  Colonia.  Anche  il  pastore  sovrintendente  Theodor

                Knolle, vescovo della Chiesa evangelica luterana ad Amburgo,

                sostiene  Gurlitt  e  attesta  come  egli  abbia  difeso  gli  interessi
                della  sua  chiesa  «dai  soprusi  del  partito».  La  voce  di  Knolle

                pesa molto, nel 1934, infatti, il teologo si è dimesso dal proprio

                incarico  in  segno  di  protesta  contro  i  nazionalsocialisti  per

                entrare nella Chiesa confessante. L’ufficio della sua comunità,

                che  Gurlitt  ancora  fino  al  1944  sosteneva  economicamente

                inviando  denaro,  aveva  la  propria  sede  nelle  immediate




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